S.Prassede

s.prassede

La chiesa prende il nome dalla S.Prassede, sorella di S.Pudenziana e figlia del senatore romano Pudente, discepolo di S.Paolo. Un’antica leggenda narra che Prassede e Pudenziana sarebbero state uccise perché dedite a dare sepoltura ai martiri delle persecuzioni di Antonino Pio nei pozzi situati nel vasto terreno di proprietà del padre. La chiesa, fondata nel IX secolo da papa Pasquale I sull’antico “titulus Praxaedis” della fine del V secolo, subì vari restauri nei secoli XV, XVII e XIX, che ne alterarono alquanto il primitivo carattere. Tuttavia l’edificio conserva ancora la struttura medioevale nel protiro di accesso situato lungo via di S.Martino ai Monti, che immette, dopo una lunga scala, in un cortile nel quale si erge la semplice facciata in mattoni della chiesa (nella foto in alto), secondo il disegno originale voluto da Pasquale I. Il cortile conserva i resti di un colonnato con capitelli corinzi appartenuto probabilmente alla basilica del V secolo. L’accesso alla chiesa avviene anche attraverso un ingresso laterale su via di S.Prassede.

interno di s.prassede
1 Pavimento cosmatesco con disco di porfido

L’interno era costituito da tre navate divise originariamente da 12 colonne di granito a trabeazione rettilinea; quindi sei di queste furono ridotte a pilastri, ai quali si appoggiano archi trasversali nelle navate minori. Nel centro del rifatto pavimento cosmatesco un disco di porfido (nella foto 1) ricopre il pozzo nel quale la santa raccolse i resti ed il sangue dei martiri: si parla di diverse migliaia e proprio per questo la chiesa è una delle più venerate di Roma. Artisti bizantini decorarono la chiesa di mosaici dorati: quelli nell’abside e nel coro raffigurano gli antenati in vesti bianche, gli eletti che guardano giù dall’alto dei cieli, agnelli dalle zampe sottili, palme dal bel ciuffo piumato e vivaci papaveri rossi. Nell’abside S.Prassede e S.Pudenziana stanno ai lati di Cristo, circondate dal paterno abbraccio di S.Paolo e S.Pietro. Nella cripta, all’interno di due sarcofagi strigilati, sono contenute le reliquie delle due Sante. A metà della navata destra si trova la Cappella di S.Zenone, uno dei più importanti monumenti bizantini in Roma, eretta da Pasquale I come mausoleo della madre Teodora. Le due colonne di granito nero e la ricca cornice curva sostengono un’urna cineraria con i resti di Zenone, sacerdote e martire; l’interno della Cappella, a volta, con colonne angolari, è interamente ricoperto da mosaici e così splendente da essere stato chiamato “il Giardino del Paradiso”. I mosaici rappresentano le figure del Cristo, della Madonna, di S.Prassede e dell’episcopa Teodora con il nimbo quadrato dei viventi.

mosaico a s.prassede
2 Mosaico della Madonna con Bambino

Nella nicchia sopra l’altare vi è la raffigurazione, a mosaico, della “Madonna con il Bambino” (nella foto 2). Il pavimento è un antichissimo esempio di “opus sectile” a marmi policromi. In una nicchia a destra dell’ingresso è custodita una colonna portata a Roma da Gerusalemme dal cardinale Giovanni Colonna nel 1223: la tradizione vuole che sia un frammento della colonna alla quale fu legato Gesù per essere flagellato. La “Colonna della Flagellazione” (nella foto 3) è custodita in un reliquario di bronzo dorato e risulta variamente intagliata a causa dei piccoli frammenti utilizzati come reliquia nei tempi passati; alta cm 63 per un diametro di cm 40 alla base, di cm 20 alla sommità e di cm 13 nel punto più stretto, ha una forma conica che si restringe a tre quarti per poi riallargarsi verso l’alto.

colonna della flagellazione a s.prassede
3 Colonna della Flagellazione

Altre tradizioni legate a questa chiesa ci dicono che la lunga tavola di marmo posta a sinistra della navata serviva da letto alla santa che vi dormiva per penitenza, mentre l’urna posta sotto l’architrave d’ingresso racchiuda le ossa di S.Valentino, protettore degli innamorati. Notevoli anche le sepolture, fra le quali quella di mons. Santoni, il cui busto dicesi opera prima del Bernini, che lo avrebbe scolpito a soli dieci anni. Due belle gradinate di rosso antico portano all’altare maggiore, gradinate che colpirono il gusto degli emissari di Napoleone, che ordinò di rimuoverle e trasportarle a Parigi per divenire i gradini del suo trono imperiale: evidentemente, e per fortuna, il progetto andò in fumo. Bellissimo anche il campanile che sorge all’estremità meridionale del braccio sinistro del transetto della chiesa: la sua costruzione si colloca tra la fine dell’XI secolo ed i primi decenni del secolo successivo. Di forma rettangolare, la torre campanaria si innalza con un solo piano scandito da una coppia di bifore poggianti su colonnine marmoree e capitelli a stampella: all’interno funzionano due campane del 1621.