Quirinale

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Il Quirinale, uno dei famosi sette colli su cui fu costruita Roma, insieme a CampidoglioViminalePalatinoAventinoCelio ed Esquilino, era un massiccio collinoso che comprendeva quattro quote distinte, oggi irriconoscibili per i lavori di spianamento e di colmate. Il “Collis Latiaris“, in contatto con la zona di via dei Fori Imperiali; il “Mucialis” o “Sanqualis“, subito dietro, nella zona tra largo Magnanapoli e piazza del Quirinale; il “Salutaris“, dal nome del “Tempio della Salus“, ad ovest del palazzo del Quirinale; il “Quirinalis“, tra il “Salutaris” e l’estremità orientale della collina, dove erano il “Tempio di Quirino” e la “porta Salutaris“: questa è la parte del massiccio ove si stanziarono i Sabini, provenienti dalla città di “Cures” e chiamati perciò “Quirites“, dai quali deriva il nome di Quirinale, il più alto dei colli della città con un’altezza massima di 60 metri. All’epoca dell’impero romano il Quirinale era divenuto un quartiere popolato da case patrizie. Il colle vide la costruzione dell’ultimo dei grandi stabilimenti termali di Roma, le “Terme di Costantino“, fatte costruire da Costantino nel 315 d.C. Occupavano un’area irregolare piuttosto stretta ed allungata, oggi compresa tra la piazza del Quirinale e le vie XXIV Maggio, della Consulta e Nazionale, ottenuta con grandi lavori di sbancamento e di regolarizzazione del terreno in pendio. Danneggiate da un incendio, furono restaurate dal prefetto Petronius Magnus Quadratianus nel 443, quando probabilmente vi furono collocati i gruppi equestri dei Dioscuri che oggi sono situati al centro di piazza del Quirinale. Oggi non resta più alcuna traccia visibile delle Terme e gli ultimi resti furono demoliti al momento dell’apertura di via Nazionale. Oltre ai menzionati Dioscuri, appartenevano alle Terme  anche la statua di Costantino posta all’interno del portico della basilica di S.Giovanni in Laterano, le statue di Costantino e di suo figlio Costantino II poste sulla balaustra della Cordonata e le due statue del Nilo e del Tevere che ornano la facciata di palazzo Senatorio. Il colle venne abbandonato in epoca medioevale ma fu riscoperto nel Cinquecento, quando venne chiamato “Monte Cavallo” proprio per la presenza dei Dioscuri con i cavalli, come possiamo vedere nell’incisione di Giovan Battista Piranesi che indica il luogo come “Roma – Piazza di Monte Cavallo“. Il punto più alto del colle è l’incrocio di via delle Quattro Fontane.

Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Terme di Costantino di E. Du Pérac