La palazzina che possiamo ammirare nella foto sopra un tempo si trovava in un contesto verde ben più ampio dell’attuale giardino nel quale oggi si estende: questo edificio è quanto rimane della bellissima Villa Giustiniani Massimo, che si estendeva tra le attuali via Merulana, viale Manzoni, via Tasso e piazza S.Giovanni in Laterano. La villa risale ai primi del Seicento, quando fu costruita su un terreno, coltivato a vigna, acquistato nel 1605 dal marchese Vincenzo Giustiniani, principe di Bassano e depositario della Camera Apostolica: tuttora incerto l’architetto della palazzina, anche se taluni ritengono debba trattarsi di Carlo Lambardi. Mecenate e collezionista di opere d’arte, il marchese allestì una collezione di circa 1000 pezzi, considerata una delle più prestigiose dell’epoca: il suo erede, Andrea Giustiniani, volle impreziosire le linee architettoniche del Casino della villa con alcuni pezzi della famosa collezione, impiegandoli sulle facciate dell’edificio. La palazzina era costituita da due piani, con una loggia al pianterreno, murata agli inizi del XIX secolo, ed una galleria al primo piano, chiusa per motivi di stabilità all’epoca degli interventi di Andrea Giustiniani sulle facciate. Il lato ovest della palazzina, quella che si affaccia su via Boiardo (nella foto in alto sotto il titolo), presenta, al centro della facciata, sopra il portale, il fronte di un sarcofago del III secolo d.C. raffigurante il mito di Achille e Sciro; le quattro finestre laterali presentano due medaglioni incorniciati da corone, quelle interne, e due bassorilievi raffiguranti il mito di Fedra e quello delle Muse, quelle esterne. Quattro fronti di sarcofagi, intervallati dalla colomba dei Pamphilj, stemma araldico della moglie Maria Pamphilj, formano invece la cornice marcapiano, al centro della quale è situato un balcone sorretto da un’aquila, stemma araldico dei Giustiniani. Alla fine del Settecento la villa fu acquistata dal principe Carlo Massimo, che, in seguito al successo ottenuto dal gruppo pittorico dei Nazareni, fece decorare le tre sale a piano terra, prospicienti il giardino, con affreschi ispirati alle opere di Dante, Tasso ed Ariosto. Nel salotto del pianterreno vi furono collocate anche 8 statue antiche, mentre il soffitto fu affrescato con raffigurazioni allegoriche da Domenico Del Frate. Nel 1848 la villa passò ai Lancellotti, i quali, in seguito al progetto di lottizzazione dell’Esquilino del 1871, cedettero il vasto parco come area fabbricabile e nel 1885 donarono al Comune di Roma il monumentale portale del muro di cinta della villa, un tempo posto all’altezza dell’odierna via Merulana, che dal 1931 costituisce l’ingresso di Villa Celimontana. Il terreno posto ad angolo tra via Merulana e via Labicana fu acquistato dai Frati Minori, sfrattati dalla Torre di Paolo III sul Campidoglio per la costruzione del monumento a Vittorio Emanuele II, e qui costruirono la nuova sede dell’Ordine, con il collegio e la chiesa di S.Antonio.
Ai primi del Novecento l’area verde di Villa Giustiniani non esisteva più e quanto restava del parco, ovvero la palazzina, fu acquistato nel 1948 dai padri della Delegazione di Terrasanta, i quali nel 1951 fecero edificare un nuovo fabbricato, costituito da due bassi ali laterali poggianti su un porticato a colonne e congiunte sul fondo da un edificio semicircolare, che in pratica circondò i tre lati del giardino trasformandolo in una sorta di chiostro (nella foto 1).
Al centro vi è posta una fontana rustica contornata da qualche capitello, altari funerari, frammenti scultorei antichi, miseri avanzi della ricca raccolta della famiglia Giustiniani, nonché una copia della statua originale raffigurante l’Imperatore Giustiniano (nella foto 2), dal quale, con molta fantasia, la famiglia riteneva di discendere, andata distrutta durante l’ultima guerra e che qui venne trasportata nel 1742, come ricorda l’iscrizione murata sul fianco dell’edificio.