Piazza di S.Francesco di Paola prende il nome dall’omonima chiesa dedicata al santo fondatore dell’ordine dei Minimi (1416-1507). La piazza e la gradinata (denominata anche “salita dei Borgia“, nella foto sopra) formano uno dei più suggestivi angoli di Roma, insieme a quella colonna votiva sormontata da una croce (visibile nella foto 1) che rende l’ambiente più simile ad un chiostro senza colonne che ad una piazza del centro di Roma. L’omonima via, che scende da Piazza di S.Pietro in Vincoli fino a Via Cavour in una scenografica scalinata, corrisponde agli antichi “vicus Virbius” e “vicus Sceleratus“, cosiddetto perché, secondo la leggenda, Tullia sarebbe passata col cocchio sopra il cadavere del padre, il re Servio Tullio.
La finestra balconata del secolo XVI (nella foto 1, visibile seppure nascosta dall’edera) appartiene al complesso fortificato detto dei Borgia: è suggestivo pensare alla bella Lucrezia affacciata a quel balcone, come dovette farlo per lungo tempo Lord Byron, che conservava religiosamente una ciocca di capelli della bionda fanciulla. In realtà nessun fondamento storico accredita il palazzetto come appartenente alla famiglia Borgia: forse l’arco sulla gradinata, che crea un ambiente oscuro, carico di mistero, ha fomentato fantasie di intrighi ed assassini che furono all’ordine del giorno nella famiglia di Papa Alessandro VI. Il palazzo, oggi sede dell’Istituto Centrale del Restauro, nel Medioevo fu parte di un imponente complesso fortificato del XII secolo di proprietà della famiglia Cesarini. Nel XVI secolo il complesso passò ai Margani, i quali diedero un assetto più raffinato con una serie di elementi rinascimentali culminanti nel caratteristico balcone con finestra ad arco in forma di serliana. Fu in questo periodo, più precisamente nel 1512, che il palazzo ospitò Papa Giulio II di passaggio dal Vaticano al Laterano per presenziare al Concilio Ecumenico Lateranense. Il palazzo divenne poi proprietà degli Orsini per tornare, nel 1571, ai Cesarini, quando Giordano Orsini lo vendette per 3.000 scudi a Jacopo Giorgio Cesarini. Questa famiglia vi sistemò una mirabile collezione d’arte, ora ai Musei Capitolini. Nel 1622, infine, il palazzo fu acquistato da frate Giovanni Pizzullo, che nominò eredi i frati Minimi a condizione che questi avessero fondato un collegio per studenti calabresi dell’ordine ed una chiesa da dedicare a S.Francesco da Paola.
Per questo motivo la chiesa che dà il nome alla piazza, S.Francesco da Paola (nella foto 2) è detta “de’ Calabresi” perché fondata, insieme all’annesso convento, dal calabrese fra’ Giovanni Pizzullo della Regina per i suoi frati corregionali e dedicata al santo calabrese Francesco da Paola, fondatore dei Frati Minimi. La chiesa fu costruita tra il 1624 ed il 1630 da Orazio Torriani e completata nella decorazione dal Barattoni nei primi anni del Settecento. La facciata si presenta a due ordini, quello inferiore di travertino diviso da lesene che inquadrano il bel portale affiancato da due colonne e sormontato da un timpano triangolare; l’ordine superiore, leggermente arretrato, presenta un finestrone centrale sovrastato da un timpano curvilineo ed un oculo. Completano la facciata una serie di cherubini e di volute e gli stemmi degli Aldobrandini, in onore di donna Olimpia Aldobrandini che sovvenzionò i lavori. L’interno si presenta a navata unica con tre cappelle per lato, con un altare maggiore di G.A.De Rossi ed un ciclo di affreschi dei “Miracoli di S.Francesco da Paola” di Giuseppe Chiari; la sacrestia, nel soffitto a volta, è ornata da un dipinto con l’Apparizione della Vergine a S.Francesco da Paola, mentre in due nicchie vi sono conservati due busti di Cristo e della Madonna provenienti dalla demolita chiesa di “S.Salvatore ad Tres Imagines“.
Nel 1884, nell’ambito dei lavori per l’apertura di Via Cavour, la chiesa di “S.Salvatore” fu demolita ed il livello stradale notevolmente abbassato, tanto che fu necessario costruire il poderoso muraglione di sostegno che ancora oggi caratterizza la chiesa di S.Francesco da Paola, quasi sospesa in alto con un notevole effetto scenografico. Allorché il convento subentrò nell’antica dimora fortificata, la Torre dei Margani (nella foto 3), anche se più nota con il suggestivo nome di Torre dei Borgia, fu sopraelevata con una cella campanaria ed utilizzata come campanile. La torre, a base quadrata, presenta una cortina in laterizio su tutte le facce con relativi speroni di rinforzo e risale al XII secolo, mentre il coronamento a beccatelli in travertino risale al XV secolo.
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Salita dei Borgia di E.R.Franz