Corso del Rinascimento collega piazza delle Cinque Lune alla chiesa di S.Andrea della Valle (seppure interrotta da piazza Madama) e divide i due rioni di Parione e di S.Eustachio: osservando la foto sopra, con la chiesa di S.Andrea della Valle sullo sfondo, il tratto sinistro, con l’ingresso di S.Ivo alla Sapienza, appartiene al rione S.Eustachio, quello destro, con la chiesa di S.Giacomo degli Spagnoli o Nostra Signora del Sacro Cuore, al rione Parione. L’apertura di questa via fu prevista dal Piano Regolatore del 1931 con lo scopo di collegare il rione Prati al rione Trastevere, con un percorso che, partendo da ponte Umberto I, prevedeva lo sventramento della zona ad ovest di piazza Navona (dove appunto corre il tracciato del Corso del Rinascimento), irrompendo in Campo de’ Fiori e da qui, passando tra palazzo Farnese e palazzo Spada, sbucava su via Giulia per arrestarsi dinanzi a ponte Sisto (fortunatamente il progetto non fu mai realizzato, se non nella sua parte iniziale, ma al solo pensiero vengono i brividi!).
L’originaria sistemazione della via, come possiamo osservare nella pianta 1 del Nolli, vedeva frapposti due affusolati edifici, i quali, data la loro dislocazione, sembravano essere stati concepiti appositamente per delimitare uno slargo di rispetto davanti all’edificio forse più importante della zona, allora sede romana della nobile famiglia de’ Medici ma oggi noto come palazzo Madama. La demolizione dell’antico tracciato sinuoso ed irregolare, costituito dalle antiche vie dei del Pino, del Pinacolo e della Sapienza iniziò il 21 aprile 1936, con la consueta cerimonia del Duce con il piccone in mano che diede il via ai lavori di sventramento. Antichi edifici seicenteschi e settecenteschi furono così distrutti per sempre, per dare vita ad una strada semi-rettilinea con edifici ricostruiti ad opera dell’architetto Arnaldo Foschini e dell’ingegnere Salvatore Rebecchini. Roma ed i romani non hanno mai apprezzato molto questo stradone, come evidenziato, alla fine dei lavori, dalla solita battuta salace di Pasquino (anche se se ne attribuisce la paternità a Trilussa): “Se questo è il Corso del Rinascimento, ogni aborto sarebbe un lieto evento”. Il tratto sinistro, quello appartenente a S.Eustachio, custodisce la chiesa di S.Ivo alla Sapienza, mentre in questa pagina ci occuperemo del tratto destro, quello appartenente al rione Parione.
La nostra attenzione si concentra sulla bella chiesa di S.Giacomo degli Spagnoli (nella foto 2, nota anche come Nostra Signora del Sacro Cuore), eretta sul luogo di un oratorio di “S.Andrea dei Benedettini” da Bernardo Rossellino in occasione del Giubileo del 1450 e sotto la protezione del vescovo di Siviglia Alfonso Paradinas, come si può leggere anche nell’iscrizione votiva sul portale. Per lungo tempo centro dei fedeli spagnoli a Roma, aveva l’ingresso originario da via della Sapienza, oggi sostituita, in seguito ai lavori sopracitati, dal Corso del Rinascimento, mentre il prospetto su piazza Navona fu realizzato nel 1500 per volontà del papa Alessandro VI, pur mantenendo l’ingresso su via della Sapienza. Restaurata da Antonio da Sangallo il Giovane nel 1514, perse importanza allorché venne costruita la non distante chiesa di S.Maria in Monserrato, tanto che gradatamente venne abbandonata, rischiando anche il crollo. Soltanto nel 1879, per volontà di papa Leone XIII, la chiesa venne nuovamente officiata, in seguito al rifacimento di Luca Carimini, dai missionari francesi del Sacro Cuore: fu in questa occasione che la chiesa assunse il nome di Nostra Signora del Sacro Cuore e che l’ingresso venne spostato su piazza Navona, con tanto di scambio di portali: sulla piazza venne trasferito quello antico e magnifico del 1463, al posto dell’altro rinascimentale di Pietro Torrigiani spostato su via della Sapienza. I lavori per apertura del Corso del Rinascimento ebbero come conseguenza la mutilazione della chiesa nella sua parte absidale con transetto ed un ulteriore cambio del suo orientamento, riportato a quello originario, con la facciata su Corso del Rinascimento, ad opera dello stesso Arnaldo Foschini: la facciata, probabilmente troppo piatta ed anonima anche per l’architetto, fu completata, nella parte superiore, con un loggiato su colonne, come possiamo notare nella foto 2.
L’interno si presenta oggi a tre navate con cappelle laterali: le opere importanti che vi erano custodite furono trasferite in parte nella chiesa di S.Maria in Monserrato, la maggior parte al Museo di Barcellona ed al Prado di Madrid. Rimane la Cappella di S.Giacomo, costruita da Antonio da Sangallo il Giovane ed affrescata da Pellegrino Aretusi da Modena: sopra l’altare vi è la copia della statua di “S.Giacomo” di Jacopo Sansovino, mentre l’originale si trova nella chiesa di S.Maria in Monserrato. Degne di nota la volta affrescata da Baldassarre Croce e la marmorea cantoria cinquecentesca attribuita a Pietro Torrigiani. La facciata su piazza Navona (nella foto 3, con parte delle statue che costituiscono la fontana del Moro in primo piano) è divisa in tre parti da paraste, ognuna con rosone e finestra arcuata. La parte centrale, sormontata da un timpano con croce, presenta il bellissimo portale quattrocentesco sopracitato, recante sul frontone due angeli che sorreggono lo stemma di Castiglia e Leòn. Sotto l’angelo di destra vi è la scritta “opus Mini” e sotto quello di sinistra “opus Pauli“, forse attribuibili a Mino da Fiesole o a Mino del Reame ed a Paolo Romano: a quest’ultimo viene attribuita anche la statua di S.Giacomo posta sopra il timpano.