Via dei Cestari prende il nome dai fabbricanti di ceste che qui avevano le loro botteghe. Oggi la via inizia da piazza della Minerva e termina a Largo delle Stimmate (dal nome dell’omonima chiesa), ma un tempo, prima del 1871, la via terminava all’altezza di via dell’Arco della Ciambella mentre il proseguimento era denominato “via delle Stimmate“. Nel XVI secolo la via era detta anche “dell’Arco dei Leni“, per la presenza di un passaggio architravato sotto un torrione, probabilmente un fornice di uno dei grandi ambulacri delle “Terme di Agrippa“, addossato al palazzo dell’antica e nobile famiglia dei Leni, che qui aveva le loro proprietà. La distruzione dell’arco fu decretata nel 1573 e realizzata nel 1577, in virtù dell’ordine dei Maestri delle Strade, che in tal modo vollero rendere la via più agevole: nel 1584 palazzo ed arco non esistevano già più.
Nel XVII secolo Via dei Cestari era indicata come “strada pubblica che passa davanti la chiesa delle Sacre Stimmate di S.Francesco“: questa chiesa (nella foto sotto il titolo), originariamente dedicata ai “Santi Quaranta“, martiri al tempo di Diocleziano, fu assegnata da Papa Clemente VIII all’Arciconfraternita delle Ss.Stimmate nel 1594 e dedicata alle piaghe della Crocifissione che S.Francesco ebbe sul monte della Verna il 14 settembre 1224. Nel 1714 la chiesa fu ricostruita completamente su progetto di Giovan Battista Contini e per volontà di papa Clemente XI, lui stesso membro dell’Arciconfraternita, che la consacrò nel 1721. Il disegno della facciata-portico, a due ordini e tre portali di accesso, fu disegnata da Antonio Canevari, insieme al campanile. L’architrave presenta un’iscrizione latina che, tradotta, così recita: “Dedicata a S.Francesco insignito delle Scare Stimmate di Cristo“. L’ordine superiore presenta una statua di S.Francesco nell’atto di ricevere le Stimmate (nella foto 1), opera di Antonio Raggi.
Sopra il grande finestrone centrale è situato un timpano curvo, al centro del quale è situata una testa angelica (nella foto 2), al di sopra del quale è situata una Croce con l’emblema dell’Arciconfraternita. L’interno, di ispirazione borrominiana, al quale si accede dopo un breve atrio protetto da robuste inferriate, presenta una navata unica con volta a botte e tre cappelle per lato; notevole, sull’altare maggiore, l’opera di Francesco Trevisani, “S.Francesco stigmatizzato”. Nella sagrestia è conservato un reliquario in argento, dono del cardinale Francesco Barberini del 1633, raffigurante un angelo che sostiene un’ampolla di cristallo: contiene frammenti di tela e spugna imbevuti del sangue che sgorgò dalle piaghe di S.Francesco la vigilia della festa dell’Esaltazione della Croce e che fu raccolto da fra’ Leone, testimone del prodigio. Forse la curiosità maggiore è rappresentata dal piccolo cimitero cinquecentesco annesso alla chiesa in cui le ossa dei defunti sono disposte in bella vista con schemi coreografici preordinati, secondo una moda imperante fino al secolo scorso e secondo l’uso dei Cappuccini che officiavano la chiesa, come accadde anche nella chiesa di S.Maria della Concezione.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Chiesa dell’Arciconfraternita delle Stimmate di S.Francesco di G.Vasi