Via Arco dei Banchi collega via Paola a via del Banco di S.Spirito ed anticamente immetteva in uno slargo che il ricco banchiere Agostino Chigi fece chiudere nel fondo (verso via Paola) da un muro creando in tal modo un cortile che fu appunto denominato “Cortile dei Chigi”. Il banchiere aveva qui non solo il suo banco ma anche la sua residenza, che sorgeva sulla sinistra di chi entrava nel cortile e, incorporando l’Arco, si affacciava sulla via dei Banchi (oggi via del Banco di S.Spirito). Naturalmente l’appartamento era celebre per il lusso straordinario: un cronista dell’epoca narra di letti intarsiati di ebano, oro e pietre preziose, coltri ricamate in oro, affreschi, quadri, statue ed arazzi. La via fu poi sbarrata da una catena e perciò detta “via della Catena di Banchi” e, più tardi, anche “Fontanella de’ Banchi per un gettio di acqua che vi era“. Nel piede di sinistra l’Arco conserva quella che può considerarsi la più antica lapide esistente a Roma (nella foto in alto sotto il titolo) sulle piene del Tevere, perché reca la data ed il livello della tremenda alluvione avvenuta il 7 novembre 1277. Il livello raggiunto dalle acque è indicato da una linea incisa che divide l’epigrafe in due parti. Originariamente la lapide era situata sotto il portico della chiesa dei Ss.Celso e Giuliano, che allora si trovava sulla piazza di Ponte, dove offriva l’effettiva idea della quota raggiunta dalla piena. La pietra presenta una forma allungata e stretta tanto che le parole sono molto vicine tra loro e per questo motivo, con una tecnica di punteggiatura molto in uso a quell’epoca, tre puntini verticali separano le parole le une dalle altre. Il testo, a caratteri semigotici, così recita: “HUC TIBER ACCESSIT SET TURBIDUS HINC CITO CESSIT ANNO DOMINI MCCLXXVII IND VI M NOVEMB DIE VII ECCL A VACANTE”, ovvero “Qui arrivò il Tevere, ma torbido, di qui presto si ritirò nell’anno del Signore 1277, sesta indizione, settimo giorno del mese di novembre, mentre la chiesa era vacante”; La chiesa era vacante perché, morto Giovanni XXI, si dovettero aspettare circa sei mesi prima che fosse eletto il nuovo pontefice Niccolò III.
Sotto l’Arco, inoltre, nel XVI secolo si venerava una bella scultura lignea della Vergine che fu asportata e non più ritrovata: venne rimpiazzata nell’Ottocento da un quadro ad olio ancora oggi assai venerato (nella foto 1), anch’esso raffigurante una bella immagine della Vergine.