Via Vittoria Colonna, originariamente denominata via Reale, collega piazza Cavour a Lungotevere Prati ed è dedicata alla nobildonna figlia di Fabrizio Colonna ed Agnese di Montefeltro. Figura simbolo della cultura del Cinquecento, apprezzata musa delle arti e della letteratura, Vittoria Colonna compose pregevoli opere, tra cui Rime (1538), Rime Spirituali (1546), Pianto sulla passione di Cristo e l’Orazione sull’Ave Maria (1556). Al civico 1 della via è situato Palazzo Blumensthil (nella foto sopra), costruito nel 1890 dall’architetto Luca Carimini per la famiglia Blumensthil, originaria dell’Alsazia e trasferitasi a Roma nella seconda metà dell’Ottocento rendendo servigi alla Santa Sede nell’esercito pontificio: il primo rappresentante fu Bernardo, imprenditore, che fece costruire questo palazzo e fu uno dei fondatori della “Società Italiana per le Condotte d’Acqua”. Il palazzo, costruito sull’area precedentemente occupata dal teatro Alhambra (in attività dal 1871 al 1884, quando fu distrutto da un incendio), oggi sorge dinanzi a ponte Cavour ma originariamente si affacciava dinanzi al Porto di Ripetta.
L’edificio presenta quattro facciate: su via Vittoria Colonna apre con un portale a due colonne scanalate (nella foto 1), su via Pietro Cavallini, su via dei Cosmati, al civico 4, con un elegante cancello in ferro che reca la data di costruzione, 1890, e con raffigurazione di elementi araldici e tralci di vite, mentre la quarta, la più sontuosa, sul lungotevere dei Mellini (nella foto in alto sotto il titolo). Questa è caratterizzata da un elegante attico-belvedere incentrato nella loggia a timpano classico ed a tre serliane. I piani sottostanti presentano una serie di finestre alternativamente ad arco e rettangolari; il corpo centrale presenta un lungo balcone, a balaustri, poggiante su quattro colonne con capitelli compositi che costituiscono la facciata di un ingresso trionfale, secondo i modelli classici dell’arco onorario rivisitati in chiave neo-rinascimentale. Attraverso questo triplice ingresso si accede in uno dei più conosciuti ed antichi caffè romani, rinomato per la sua pasticceria e gastronomia: si tratta del Gran Caffè Esperia, forse più noto con il nome della famiglia proprietaria, Ruschena.
Al civico 11 si trova il grande Palazzo neo-rinascimentale Simonetti (nella foto 2), costituito da quattro edifici congiunti tra loro in modo da formare un unico complesso con un vasto cortile al centro: le facciate sono, oltre che su questa via, su via Pietro Cavallini, via Muzio Clementi e via Marianna Dionigi.
Il primo edificio ad essere costruito fu quello su via Vittoria Colonna, su progetto di Francesco Fontana, per il principe Baldassarre Ladislao Odescalchi, come evidenzia il grande stemma araldico della famiglia (nella foto 3), posto sulla facciata ad angolo con via Pietro Cavallini. Lo stemma è diviso in tre parti: la parte superiore evidenzia l’aquila nera coronata del campo, quella centrale raffigura un leone leopardito, detto passante in quanto è colto nell’atto di camminare (la zampa anteriore sollevata), mentre la parte inferiore presenta sei navicelle d’incensiere. Una curiosità: nel palazzo visse Luigi Pirandello e qui vi nacque la secondogenita, Rosalia. La facciata, interamente bugnata, sviluppa su tre piani con nove finestre ognuno, a bifore al primo ed al secondo piano, incorniciate ed architravate al terzo. La costruzione del palazzo, iniziata verso la fine del 1880, venne interrotta per la scomparsa di Francesco Fontana e fu terminato solo all’inizio del Novecento dall’architetto Raffaello Ojetti per il nuovo proprietario, il pittore ed antiquario Attilio Simonetti, che qui pose la sede della sua galleria antiquaria e del suo atelier di pittore. La Galleria Simonetti divenne uno degli spazi più prestigiosi della città, visitata da illustri esponenti dell’aristocrazia e del mondo artistico italiano ed europeo e fu un punto di riferimento fondamentale per i maggiori esperti della scena museale internazionale. Oggi le opere del pittore sono conservate in numerose galleria d’arte in Italia, come La Galleria d’Arte Moderna di Milano, il Museo Capodimonte di Napoli, il Museo Irpino di Avellino. Al Metropolitan Museum di New York è conservato invece il “Simonetti Carpet”, un tappeto egiziano del XVI secolo lungo quasi 8 metri. Giovanni Carboni, antiquario, discendente di Attilio Simonetti, è detentore dell’Archivio Simonetti, messo a disposizione degli studiosi, che raccoglie la documentazione sulla vita e sull’opera di Attilio Simonetti. Comprende circa 300 stampe, 260 disegni e acquerelli, 250 documenti, 500 fotografie e 100 libri e cataloghi, dal 1862 in poi.
Per volontà di Attilio Simonetti, sull’apice delle nove bifore poste al primo piano della facciata di via Vittoria Colonna (nella foto 4) furono scolpite le nove lettere che compongono il suo cognome, SIMONETTI, situate all’interno di medaglioni a mosaico policromi. Nel 1915 questo palazzo fu collegato agli altri edifici da Carlo Busiri Vici in un’omogenea e compatta architettura.
Caratteristiche, nell’edificio di Via Marianna Dionigi 16, le colonne sui cantonali dai capitelli in stucco e fregio in stucco raffigurante satiri e menadi, mentre nell’androne si trova una copia in gesso della Athena Giustiniani (nella foto 5). Oggi il palazzo ospita l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma e l’elegante sala dedicata a Vittoria Colonna, costituita da un importante spazio centrale sovrastato da un ampio lucernario e dalla galleria laterale, la cui illuminazione è affidata ad otto lucernari di minori dimensioni. La parte centrale è stata coperta con una cupola centinata di ben sette metri di diametro poggiante su una struttura metallica circolare che raccorda la forma tonda della cupola alla forma quadrata del cavedio e dei muretti appoggio. Ai quattro angoli della galleria laterale ed al centro di ogni lato sono state installate ben otto cupole di tre metri di diametro. A completamento di ogni cupola centinata, in sommità, è posizionato un anello in acciaio che accoglie gli archi portanti della struttura e sorregge la cupola termoformata apribile. La Sala, per prestigio e grandezza, permette l’ideazione e la realizzazione di diverse tipologie di ricevimenti ed eventi: convegni, meeting, esposizioni, corsi, riunioni, presentazioni, conferenze, convegni, cene aziendali e di gala.