Vicolo de’ Chiodaroli (nella foto sopra) collega Via del Monte della Farina a Via dei Chiavari ed il toponimo deriva dai fabbricanti e venditori di chiodi che qui abitavano e gestivano l’attività. I chiodaroli facevano parte della Confraternita dei Ferrari, istituita da Gregorio XVI il 13 maggio 1836, che, come recita lo Statuto, “doveva essere composta delle sole persone che a tal classe appartengono, la qual classe, ad evitare qualsivoglia questione, fino dagli Statuti della nostra Università nel 1690 fu dichiarato esser composta di tredici corpi d’arti, cioè: 1.Manescalchi, 2.Morsari, 3.Armaroli, cioè Lanciari, Spadari, Coltellinari ed Archibugieri, 4.Calderari, 5.Artegrossa, cioè Ferravecchi, Staderari, Ferracocchi, Artefici d’istrumenti d’agricoltura, artefici e proprietari di Ferriere, 6.Chiavari, 7.Ottonari e fonditori di metalli, 8.Orologiari da torre e macchinisti, 9.Chiodaroli, 10.Stagnari, Lanternari e tutti quelli che lavorano stagno, piombo, ferro stagnato e latta, 11.Arrotatori e Prestaferri, 12.Carbonari, 13.Prestacavalli, carrozzieri, domatori e cozzoni de’ cavalli. Non potrà dunque ammettersi chi non appartiene alle indicate arti e non avrà almeno l’età di sedici anni“.
Al civico 8 di Vicolo de’ Chiodaroli, dove oggi è situato l’Hotel Smeraldo, si trova la casa dove il 4 aprile 1892 vi nacque il famoso autore di canzoni romane Romolo Balzani: una lapide (nella foto 1) lo ricorda come autore ed interprete di melodie immortali come “L’eco der core” e “Barcarolo Romano“. Al civico 11 notare un bel portone con rosta (ossia l’inferriata a forma di ventaglio con cui si chiude l’apertura ad arco del portone) e giglio.