Nel 1690 il pittore bolognese Domenico Muratori dipinse ad olio su pietra, per conto della marchesa Alessandra Mellini Muti Papazzurri, l’immagine della Vergine “Causa Nostrae Laetitiae” (ovvero “Causa della nostra Letizia”) che venne collocata sotto un archetto, da cui il nome con cui è maggiormente conosciuta, Madonna dell’Archetto, in un vicolo tra via di S.Marcello e via dell’Archetto (nella foto sopra).
Il 9 luglio 1796 avvenne il prodigio: la Vergine mosse gli occhi e pianse nel timore dell’invasione francese nello Stato Pontificio, che poi avvenne nel 1798. A memoria del celebre prodigio ma anche per porre l’icona in un luogo più adeguato, nel 1851 il marchese Alessandro Savorelli Muti Papazzurri, proprietario dell’adiacente palazzo, oggi conosciuto come Palazzo Balestra, incaricò l’architetto Virginio Vespignani di costruire il piccolo tempio, vero gioiello di arte neorinascimentale. La solenne inaugurazione avvenne il 31 maggio 1851, come ricorda la lapide apposta sopra l’ingresso, con grande concorso di cardinali ed autorità. Il santuario, dichiarato monumento nazionale d’arte, è sormontato da una cupola riccamente decorata con intagli di legno, di limitata grandezza ma di grandioso aspetto. La piccola navata è abbellita da statue in gesso dello scultore Luigi Simonetti raffiguranti angeli in forma di cariatidi. Il prodigio del 1796 fu comune a molte altre Immagini Sacre sparse per la città quali la Madonna dell’Arco dei Pantani, la Madonna Addolorata, la Madonna della Provvidenza, la Madonna del Rosario o quella posta nella chiesa di S.Niccolò de’ Prefetti.