Questa piccola chiesetta, situata all’incrocio tra la via Appia e la Via Ardeatina, fu eretta nel IX secolo ma fu riedificata nel 1637 per volere del Cardinale Francesco Barberini, a seguito di un violento temporale che quasi dieci anni prima la devastò insieme alla canonica. La facciata è scandita da due lesene laterali e presenta, al centro del grande timpano spezzato, lo stemma dei Barberini. Un timpano ridotto è collocato sopra il portale d’ingresso, sormontato a sua volta da una grande finestra. La tradizione vuole che sia sorta sul luogo dove Gesù sarebbe apparso a Pietro in fuga da Roma per scampare alla persecuzione di Nerone e, alla domanda dell’apostolo “Domine, quo vadis?“, avrebbe risposto: “A Roma, per essere di nuovo crocifisso”. Pietro, compreso il rimprovero, tornò sui suoi passi ed affrontò il martirio.
Nella chiesa del Domine Quo Vadis è conservata una copia della pietra (nella foto 1, mentre l’originale è nella basilica di S.Sebastiano) sulla quale si ritengono vi siano le impronte dei piedi di Gesù: probabilmente si tratta di un ex voto proveniente da un santuario pagano. A causa di questa pietra la chiesa ebbe varie denominazioni: “S.Maria delle Palme“, “S.Maria in palmis“, “S.Maria de palma“, “S.Maria ad passus“, “S.Maria ad transitum“, “S.Maria del passo“, nomi che conservò fino al XVII secolo quando assunse il nome attuale.