Villa Gordiani, situata al III miglio della via Praenestina (un chilometro circa dopo l’attuale largo Preneste), è ricordata nella Historia Augusta (composta probabilmente tra la fine del III e gli inizi del IV secolo d.C.) come una delle più grandi e fastose ville del suburbio romano: “DOMUS GORDIANORUM ETIAM NUNC EXSTAT, QUAM ISTE GORDIANUS PULCHERRIME EXORNAVIT. EST VILLA EORUM VIA PRAENESTINA DUCENTAS COLUMNAS IN TETRASTYLO HABENS, QUARUM QUINQUAGINTA CARYSTEAE, QUINQUAGINTA CLAUDIANAE, QUINQUAGINTA SYNNADES, QUINQUAGINTA NUMIDICAE PARI MENSURA SUNT. IN QUA BASILICAE CENTENARIAE TRES, CETERA HUIC OPERI CONVENIENTIA, ET THERMAE QUALES PRAETER URBEM, UT TUNC, NUSQUAM IN ORBE TERRARUM”, ovvero “La Casa dei Gordiani esiste ancora adesso, dopo che lo stesso Gordiano (III) (la) abbellì in un modo meraviglioso. La loro villa in Via Prenestina possiede duecento colonne in tetrastilo, delle quali di pari misura sono 50 (di marmo) di Caristo, 50 (di marmo) di Claudiano, 50 (di marmo) di Sinnada, 50 (di marmo) di Numidia. Qui (vi erano) tre basiliche lunghe 100 piedi, del resto adatte a questa costruzione, e terme quali fuori città, almeno fino ad allora, (non erano) in nessun luogo del mondo”. Villa Gordiani, identificata con il comprensorio archeologico denominato “Parco dei Gordiani”, molto probabilmente apparteneva alla famiglia aristocratica dei Gordiani anche prima dell’ascesa al trono imperiale dei suoi tre rappresentanti, Gordiano I e Gordiano II (238 d.C.) e Gordiano III (238-244 d.C.). Scavi eseguiti tra il 1954 ed il 1960 hanno tuttavia dimostrato l’esistenza di strutture preesistenti al complesso imperiale, in quanto sono stati rinvenuti i resti di una villa tardo-repubblicana costituita da una zona residenziale con atrio ed una con magazzini e locali di servizio: purtroppo queste antiche strutture non sono più visibili in quanto ricoperte per motivi di salvaguardia e parzialmente distrutte per la costruzione del vicino complesso scolastico.
Villa Gordiani si estende a nord ed a sud dell’attuale Via Prenestina: a sud ci sono, tra altri minori, i resti di una grande cisterna a due piani (nella foto 1), databile al II secolo d.C., divisa in sei ambienti coperti a botte. La costruzione, data l’irregolarità del terreno, presenta ben quattro contrafforti esterni su ogni lato ed un paramento in opera mista con testate in laterizio.
A nord si trovano invece i resti più cospicui del complesso, a cominciare dalla seconda cisterna (nella foto 2) risalente al I secolo d.C. Di dimensioni minori, a navata unica, è costruita in opera cementizia con paramento in opera reticolata e ricorso a laterizi.
Seguono i resti di una grande aula conosciuta con il nome di Aula Ottagonale (nella foto 3), risalente al III secolo d.C. ed interpretabile come una sala termale o un ninfeo. Costituita da aperture rotonde per l’illuminazione interna e coperta da una cupola alleggerita dall’inserimento nella muratura di vasi di coccio, presenta all’interno grandi nicchie alternativamente rettangolari e curvilinee.
Nel XIII secolo sopra l’Aula vi fu innalzata una torre, sorretta da un ampio pilastro di forma cilindrica (nella foto 4) sul quale erano appoggiate le scale per accedere ai piani superiori. Nel Medioevo la torre era conosciuta come “Monumentum”, dopo che in una bolla di Onorio III del 1217 viene menzionata come “TURRIM Q(UAE) D(ICITUR) MONUMENTUM”, ovvero la “torre che era chiamata Monumentum”. La torre fu utilizzata come torre di avvistamento e nel 1347 le truppe dei Colonna, che muovevano da Palestrina verso Roma per combattere Cola di Rienzo, fecero della zona un accampamento militare. Il casale del Monumentum fu poi acquistato dai Colonna nel 1422 e da questi ceduto, nel 1457, al cardinale Domenico Capranica. Nel 1571 il Monumentum venne a far parte dei beni di Vincenzo Rossi dello Schiavo: proprio da questa famiglia deriva il nome di Tor de’ Schiavi che soppiantò completamente la vecchia e generica definizione.
A nord-est dell’Aula Ottagonale si erge, oggi apparentemente isolata, il rudere di un’abside con volta a conchiglia: è quanto rimane di un altro ambiente pure di possibile destinazione termale comunemente conosciuto come Aula Absidata (nella foto 5).
Ad est è situato il monumento più imponente di Villa Gordiani, il Mausoleo dei Gordiani (nella foto 6), un edificio funerario di forma circolare, in laterizio, alto metri 17,72 con un diametro di metri 19,05, risalente agli inizi del IV secolo d.C. Rimasto in piedi per circa tre quarti, si presenta come una grande “rotonda” formata da un tamburo cilindrico a più ripiani (delimitati da cornici in cotto su mensole di marmo) sormontato da una cupola emisferica. L’interno è a due piani: quello inferiore, utilizzato per le sepolture, aveva un ambulacro anulare coperto da volta a botte intorno a un pilastro centrale e grandi nicchie alle pareti alternativamente rettilinei e curvilinei; quello superiore, utilizzato nelle cerimonie funebri, aveva la stessa alternanza di nicchie ed era illuminato da quattro oculi per l’illuminazione, di cui oggi se ne conservano interi soltanto due, aperti nella volta a tutto sesto. Le superfici esterne erano ricoperte da intonaco cromatico ed il podio con il basamento presentavano probabilmente rivestimenti in marmo.
Nel XVIII secolo si ebbe il crollo del pronao monumentale (tetrastilo, preceduto da una scalinata), rivolto verso Via Prenestina, che, come nell’esempio più illustre del Pantheon, doveva fare da “facciata” al monumento: nell’immagine 7 il Mausoleo nella sua probabile forma originale.
Nei pressi del Mausoleo ci sono anche i resti di una grande basilica cristiana (nella foto 8), a pianta circiforme (metri 67 x 33), di età costantiniana. L’edificio presentava la facciata rivolta ad oriente, leggermente obliqua rispetto all’asse principale; divisa da pilastri in tre navate, delle quali la centrale, maggiore, terminava con un’esedra distinta dal resto con un muro trasversale all’asse della stessa. La tecnica edilizia usata aveva riutilizzato molto materiale antico (opera listata), composto in prevalenza da due file di mattoni ed una di tufelli triangolari. Di questa struttura rimangono alcuni pilastri con archi soprastanti in opus vittatum.