La Casa Vaca (nella foto sopra) è un edificio fatto costruire alla fine del Quattrocento in Via della Vignaccia per don Pedro de Vaca, un nobile spagnolo trasferitosi a Roma al tempo del Papa spagnolo Alessandro VI Borgia. In questo edificio visse Flaminio Vacca, uno dei maggiori scultori del secondo Cinquecento romano e discendente di don Pedro, la cui lapide è ancora visibile al Pantheon. Quando ai primi del Novecento vi furono i lavori di ampliamento della nuova ala del Parlamento (ovvero la facciata posteriore di Palazzo Montecitorio) la via scomparve, la casa fu smontata e qui ricostruita, nella sede di Via in Lucina 33, come un reperto archeologico salvato dai colpi del “piccone demolitore”.
Il bel portale arcuato (nella foto 1), adornato dallo stemma di famiglia e da due lesene con capitelli corinzi, è sovrastato dall’architrave recante la scritta “DOMUS FAMILIE HISPANICE VACE“, ossia “Casa della famiglia ispanica Vaca”, mentre nel fregio compare la scritta “OSSA ET OPES TANDEM PARTAS TIBI ROMA RELINQUAM“, ossia “Le ossa ed i beni accumulati con fatica lascerò a te, o Roma”. Un’altra scritta è situata sul fregio della finestra di sinistra che recita così: “NIHIL TUTUM IN MISERABILI SECULO“, ossia “Nulla è certo in questa misera epoca”.