Piazza delle Vaschette (nella foto sopra) si apre lungo Borgo Vittorio ed il suo toponimo deriva probabilmente dalla presenza di alcune vaschette che un tempo decoravano il luogo. Il lato meridionale della piazza è occupato dalla Fontana dell’Acqua Angelica (nella foto 1), così denominata perché originariamente alimentata dall’Acqua Angelica mentre oggi è allacciata all’acquedotto dell’Acqua Vergine. La fontana fu eseguita nel 1898 da Francesco Buffa su commissione del Comune di Roma e posizionata sulla fiancata sinistra della chiesa di S.Maria delle Grazie a Porta Angelica, situata tra via di Porta Angelica e Borgo Angelico. Nel 1930 la chiesa fu demolita per l’ampliamento di via di Porta Angelica, nell’ambito della realizzazione dei nuovi confini tra lo Stato Italiano e la Città del Vaticano, e la fontana fu spostata nella posizione attuale, addossata ad un muro in mattoni entro un piccolo avvallamento del terreno (più basso di circa m 1,20 rispetto al piano stradale) al quale si accede attraverso due rampe di scale semicircolari con otto gradini in pietra.
La fontana, prospiciente un piccolo pianerottolo a sampietrini, presenta una struttura a ninfeo ed è costituita da una base convessa sulla quale poggia un catino con il bordo sporgente, sul quale si eleva una nicchia in marmo formata da due lesene che sostengono un arco con una lunetta entro la quale è inclusa una valva di conchiglia con i bordi arrotolati. Sull’architrave si legge la data di esecuzione, “1898“, mentre sulla cornice dell’arco vi è la scritta “ACQUA ANGELICA“. Al centro una semplice cannella, sormontata dalla scritta “S.P.Q.R.“, versa l’acqua in una vaschetta sottostante, che risulta chiaramente più antica dell’intera struttura nella quale è inserita: non è da escludere che possa trattarsi proprio di una delle antiche vaschette che diedero il nome alla piazza. Alle spalle della fontana si trova un edificio (nella foto in alto sotto il titolo) che occupa l’intero lato settentrionale della piazza, all’interno del quale, nel 1859, Pio IX istituì la sezione femminile della “Scuola Pontificia Pio IX” (la sezione maschile si trovava in vicolo del Farinone). Dal 1939 l’edificio, ristrutturato ed ampliato nel 1891 dall’architetto Zama Nocelli, è occupato dalla LUMSA (ovvero “Libera Università Maria Ss. Assunta”), un’università italiana non statale di ispirazione cattolica che venne fondata, come Istituto di Magistero, grazie alla volontà di Luigia Tincani, la quale dedicò la sua vita alla realizzazione di molte iniziative formative ed all’apostolato nella scuola. Nel 1923 Pio XI diede alle nuove apostole da lei organizzate il nome di Missionarie della Scuola, delle quali la Tincani ne fu Superiora Generale. Nel 1939 Luigia Tincani costituì, con l’aiuto di Pio XII ed in collaborazione con il Cardinale Giuseppe Pizzardo, l’Istituto Superiore di Magistero “Maria Ss. Assunta”, che sarebbe poi divenuto, nel 1989, “Libera Università Maria Ss. Assunta”.