Porta S.Spirito si erge su quello che un tempo era il limite meridionale della Città Leonina, la zona protetta con mura da papa Leone IV a difesa dei Saraceni, più precisamente sul luogo dove sorgeva l’antica Posterula de’ Sassoni. I lavori di fortificazione iniziarono nell’846: Leone IV diresse personalmente l’enorme numero di operai e, grazie al suo interessamento, il lavoro fu completato in soli quattro anni. La storia si ripeté agli inizi del Cinquecento, quando il terrore di un’invasione turca, unita alle mira di alcune nobili famiglie romane, convinse Paolo III a restaurare le mura in rovina. Il pontefice affidò l’opera di ricostruzione ad Antonio da Sangallo il Giovane, il quale realizzò tre bastioni nel giro di due anni, tra il 1543 e il 1545. Tra i due bastioni prossimi all’Ospedale di S.Spirito (quello di destra, denominato Fiume per la vicinanza al Tevere, è scomparso in seguito ai lavori di ampliamento dell’Ospedale) furono avviati i lavori di realizzazione di una grande porta destinata a fungere da ingresso monumentale al Vaticano. Purtroppo, l’opera del Sangallo non fu mai completata a causa della rinomata rivalità tra il Sangallo e Michelangelo Buonarroti, che subentrò ai lavori dopo la morte del collega: la tradizione vuole che non potendo demolire la Porta, Michelangelo la lasciò volutamente incompiuta. Quattro colonne poste ai lati della Porta, ad inquadrare le due nicchie che probabilmente erano destinate a ricevere statue di santi, sono tutto ciò che rimane della rivalità tra grandi artisti: ma forse proprio quale segno tangibile di un fatto accaduto quasi 500 anni fa l’opera, seppure imperfetta, riesce comunque a conservare un’aura altamente suggestiva.