La chiesa di S.Francesca Romana (nella foto sopra) sorge sul luogo dove anticamente era situato un piccolo oratorio dedicato ai Santi Pietro e Paolo, eretto nell’VIII secolo per volontà di Paolo I in ricordo di un fatto miracoloso: gli Atti di Pietro narrano infatti che Simon Mago sfidò i due Apostoli con la dimostrazione delle sue arti magiche volando in cielo dall’altura della Velia, ma la preghiera di S.Pietro, in ginocchio, vanificò la magia e Simon Mago precipitò, morendo.
A conferma dell’evento, nel transetto destro della chiesa, si conserva una delle reliquie più curiose che Roma possa vantare: protette da una grata, vi sono i silices apostolici, ovvero la pietra con le impronte delle ginocchia di S.Pietro (nella foto 1) in preghiera nel momento della sfida con Simon Mago.
Nell’847 un violento terremoto distrusse la chiesa di S.Maria Antiqua al Foro Romano, per cui Leone IV, nell’850, decise di edificare una nuova chiesa e la edificò proprio al posto dell’antico oratorio dei Santi Pietro e Paolo: la nuova chiesa venne denominata S.Maria Nova in quanto eretta in sostituzione di S.Maria Antiqua.
Nel XII secolo la chiesa venne ingrandita ed affiancata da un convento che fu abitato prima dai Canonici Regolari della Congregazione di S.Frediano di Lucca, poi dai Canonici Lateranensi ed infine dai Monaci Benedettini di Monte Oliveto: oggi l’antico convento ospita l’Antiquarium, dove sono esposti, in alcuni ambienti del primo e secondo piano intorno al chiostro, i ritrovamenti più importanti del Foro Romano. In occasione di questi lavori di ampliamento furono realizzati anche il transetto, il magnifico mosaico con la Vergine ed il Bambino tra gli Apostoli che adorna l’abside ed il campanile a cinque ordini ornato da finestre a bifora.
La chiesa di S.Maria Nova assunse l’appellativo di S.Francesca Romana allorché nel 1440 accolse le spoglie di Francesca Bussa, nata a Roma nel 1384, dai romani chiamata Ceccolella. Dopo la sua canonizzazione avvenuta il 29 maggio 1608, nel 1612 venne affidata all’architetto Carlo Lambardi una grande ristrutturazione della chiesa che terminò nel 1615: l’interno fu trasformato in una grande aula rettangolare con quattro cappelle laterali, venne aggiunto un magnifico soffitto di legno dorato a cassettoni decorato con temi e gruppi scultorei legati alla figura di S.Francesca e venne realizzata anche la facciata, in travertino, suddivisa in due ordini raccordati da volute e da due coppie di grandi paraste corinzie su alti plinti.
L’ordine inferiore presenta un portico a tre arcate: quella centrale, attraverso la quale si accede alla chiesa, è sormontata dalla seguente iscrizione commemorativa PAULO V BURGHESIO ROMANO P(ONTIFICE) M(AXIMO) SEDENTE OLIVETANA CONGREGATIO SUIS ET MONASTERII SUMPTIBUS TEMPLUM HOC IN HANC FORMAM CONSTRUXIT ET ORNAVIT ANNO DOMINI MDCXV, ovvero “La Congregazione Olivetana, con le proprie risorse e con quelle del monastero, costruì e decorò questo tempio in questa forma durante il pontificato di Paolo V Borghese Pontefice Maximo”.
L’ordine superiore presenta invece un finestrone centrale balaustrato, sormontato dall’iscrizione dedicatoria che così recita: B(EATAE) VIRG(INI) MARIAE AC S(ANCTAE) FRANCISCAE D(EDICATA)”, ovvero “Dedicata alla Beata Vergine Maria ed a Santa Francesca”.
Un grande timpano triangolare conclude la facciata, sopra il quale vi sono le statue della Vergine con il Bambino in braccio, al centro, mentre ai lati vi sono quelle di S.Francesca Romana con l’Angelo (a sinistra) e di S.Cecilia (a destra). Più in basso, ai lati delle volute, le statue di S.Agnese (a destra) e di una Santa non meglio identificata.
Sul lato orientale della basilica svetta una magnifica torre campanaria del XII secolo, a cinque ordini, di cui gli ultimi tre ornati da coppie di bifore e, alla sommità, da un’edicola mariana inquadrata da una coppia di colonnine. Tutto il campanile è decorato da grandi dischi e croci di porfido, serpentino verde ed altri marmi policromi e da grandi bacini in maiolica.
All’interno, in fondo alla navata, è situato il presbiterio (nella foto 2), rialzato di alcuni gradini, e l’abside con un mosaico del XII secolo raffigurante una Madonna con Gesù Bambino in trono tra S.Giacomo, S.Giovanni, S.Pietro e S.Andrea. Prima di salire al presbiterio è situato l’Altare della Confessione, progettato nel 1648 da Gian Lorenzo Bernini, dove possiamo ammirare un’edicola con quattro colonne di diaspro siciliano all’interno della quale è collocato un gruppo scultoreo raffigurante S.Francesca Romana e l’angelo, opera in marmo di Giosuè Meli del 1866, che sostituì l’originale gruppo scultoreo raffigurante S.Francesco e l’angelo realizzato dal Bernini, scomparso nel 1798 durante l’occupazione napoleonica.
L’abside custodisce anche una bellissima tavola di ambito romano, una Madonna con Gesù Bambino del XIII secolo. L’opera, restaurata nel 1949, ha rivelato, sotto la pittura duecentesca, un più antico dipinto a encausto proveniente dalla chiesa di S.Maria Antiqua raffigurante la Madonna Glycophilousa (nella foto 3), detta anche Madonna del Conforto, che venne staccata e trasferita su tavola ed attualmente conservata nella sagrestia. La Madonna è l’icona mariana più antica che si conservi a Roma: la datazione la pone ai primi decenni del V secolo, dunque in un momento addirittura anteriore o coevo alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. L’icona raffigura la Vergine che tiene teneramente in braccio il Bambino e lo indica con la mano sinistra, una rappresentazione che in greco prende il nome di “Odighítria”, che vuol dire “colei che conduce” mostrando la direzione, ovvero verso il Figlio Gesù. Dell’icona originale si sono salvati soltanto i due volti, anche se quello del Bambino è molto deteriorato, mentre quello della Vergine appare pressoché perfetto.
Alle spalle della Confessione è situata la cripta che custodisce la Tomba di S.Francesca Romana (nella foto 4), qui allestita nel 1867 da Andrea Busiri Vici per disposizione della Oblata Maria Maddalena Galleffi; ai lati due lesene con mosaico sorreggono una lunetta entro la quale è raffigurata S.Maria Maddalena tra S.Paolo e S.Benedetto.
Nel transetto destro della chiesa, sulla parete sinistra, si trova anche la Tomba di Papa Gregorio XI (nella foto 5), realizzata in marmo da Pietro Paolo Olivieri con il bassorilievo che raffigura l’Entrata di Papa Gregorio XI a Roma: infatti, il papa, persuaso assertore della necessità che il pontefice dovesse risiedere a Roma, il 13 settembre 1376 lasciò per sempre Avignone ed il 17 gennaio 1377 entrò solennemente a Roma; ai lati del bassorilievo le statue della Fede e della Prudenza.
È simpatica tradizione romana che il 9 marzo di ogni anno (ossia la ricorrenza della morte di S.Francesca Romana) una folla di autoveicoli si raduni nelle vicinanze della chiesa per ricevere la benedizione: Francesca è infatti la patrona degli automobilisti.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
S.Francesca Romana di G.B.Falda