Lo Stadio è un edificio a forma di circo a pianta rettangolare allungata, con il lato minore sud-occidentale curvo, che si estende lungo tutto il lato orientale della Domus Augustana. Costruito da Domiziano tra l’81 ed il 92 d.C., come dimostrano i bolli laterizi, fu restaurato all’epoca di Adriano (specialmente nei portici) e di Settimio Severo (modificazioni dell’esedra). Il suo perimetro era costituito da un portico a tre piani: al piano inferiore erano situati pilastri di mattoni rivestiti in origine, come tutto il resto, di marmo, dei quali restano solo le basi, mentre il piano superiore era costituito da colonne marmoree.
Al centro del lato orientale dello Stadio vi è una grande tribuna a forma di emiciclo (nella foto 1), sostenuta per un’altezza corrispondente a quella del portico, dal quale emerge, da tre ambienti aperti verso l’arena. La tribuna, oltre alla funzione di “palco imperiale”, da dove cioè l’imperatore assisteva alle gare organizzate in suo onore, ospitava anche il rito del “lectisternium“, con il quale le statue degli dèi, trasportate su lettighe, venivano religiosamente poste nella tribuna (“pulvinar“) affinché anch’esse godessero dei giochi. L’arena era suddivisa, al centro, da una “spina”, la tipica divisione longitudinale dei circhi, intorno alla quale giravano i carri: di essa restano soltanto gli elementi terminali, semicircolari. La funzione dell’edificio forse era quella di “viridarium“, ovvero giardino e maneggio della corte imperiale, come risulta anche dalla descrizione delle ville che ci ha lasciato Plinio il Giovane, spesso dotate di “ippodromi” privati, giardini a forma di circhi, utilizzati certamente anche per cavalcare. Va inoltre segnalato il piccolo recinto di forma ovale che occupa la parte meridionale dell’arena, risalente probabilmente all’epoca di Teodorico, forse utilizzato per le corse a piedi.