Via della Tribuna di Tor de’ Specchi collega piazza d’Aracoeli a piazza Margana ed a piazza Capizucchi e prende il nome dalla tribuna (o abside) della chiesa della Ss.Annunziata, situata all’interno del Monastero di Tor de’ Specchi, che svetta maestosa (nella foto sopra) nel punto in cui la via piega ad angolo. La visita della via inizia da piazza d’Aracoeli dove possiamo notare subito, sulla sinistra, la facciata laterale di Palazzo Fani Pecci Blunt (nella foto 1), che, seppure secondaria, risulta maggiore di quella principale che si affaccia su piazza d’Aracoeli.
Su questa via si apre un maestoso portale bugnato ad arco, affiancato da sette finestre architravate con davanzali sorretti da mensole e con finestrelle sottostanti. Due grossi marcapiani uniscono le nove finestre architravate del primo piano e le nove incorniciate del secondo. La via, molto stretta, presenta, al civico 3, quanto resta di una torre medioevale, inglobata nel Monastero di Tor de’ Specchi: è la Torre dei Boveschi (nella foto 2), dal nome della famiglia che nel XII secolo possedeva case turrite nel rione Regola, tra la zona di Arenula e S.Angelo in Pescheria, ed alle pendici del Campidoglio.
I Boveschi, o Boboni, erano mercatores, ovvero banchieri-prestatori di danaro, legati alla Curia papale da una fitta rete di prestiti ed attività finanziarie e per questo motivo molto presenti nelle cariche cittadine e soprattutto in quelle della Curia romana. Il ramo dei Boboni fu particolarmente favorito dal primo papa della famiglia, Celestino III (1191-1198), il quale favorì i suoi familiari con la nomina di due cardinali ma soprattutto concedendo loro “a titolo di pegno su prestito numerosi beni fondiari”, in particolar modo quelli situati oltre Tivoli, lungo la via Tiburtina-Valeria. La famiglia dei Boboni, inoltre, è collegata in modo particolare con quella deli Orsini, in quanto Orso di Bobone può essere considerato come l’effettivo capostipite della famiglia Orsini: i suoi discendenti prenderanno il cognome “de filiis Ursi” solo nell’ultimo quarto del XIII secolo ed il cognome Orsini diverrà comune nel XIV secolo. La Torre dei Boveschi presenta un paramento laterizio con rifacimenti posteriori, sintomo di un diverso utilizzo nel corso del tempo; le aperture sono poi inquadrate da materiali di riutilizzo romano ed alto-medioevale. La torre è contraddistinta da due porte, una delle quali, quella di destra, è l’originaria porta di accesso (trasformata in finestra quando venne aperta la seconda porta) ed è costituita da una soglia, uno stipite e da un architrave marmoreo. L’odierna porta di accesso, alta 3 metri, presenta stipiti ad arco ribassato a filari laterizi incisi ed è sovrastata da una finestrella con mostre marmoree e con un rilievo alto-medioevale a treccia sulla destra. In alto è situata una finestra con cornice in peperino modanato, presumibilmente del XV secolo, affiancata da una doppia finestra (di cui una risulta murata) inquadrata da una cornice marmorea: gli archetti di scarico sovrastanti fanno pensare che originariamente fosse una bifora.
Ancora sopra si trova una finestrella ed una finestra quattrocentesca a tutto sesto. Segue il fianco lungo del Monastero di Tor de’ Specchi che, all’angolo, si incontra con la tribuna della chiesa della Ss.Annunziata. Dopo la tribuna vi è un’abitazione del Quattrocento con una bellissima finestra a croce guelfa (nella foto 3), alla quale segue un’altra casa molto deliziosa (a destra della foto in alto sotto il titolo), anch’essa antica, che reca, sulla porta, uno stemma raffigurante un’arpia e conserva un elegante cornicione.