Il simbolo araldico del rione Campo Marzio è una mezzaluna in campo azzurro, forse tratto dall’immagine marziale di un cimitero ornato da falce di luna. Infatti Tito Livio racconta che il “campo dei Tarquini consacrato a Marte fu destinato agli esercizi militari e ginnici fin dalla fondazione di Roma“. Polo di attrazione della zona, fin da epoca molto antica, era un santuario, l’Ara di Marte. Questo altare era connesso con la funzione principale di questa pianura, quella militare, tanto importante da dare il nome alla zona, anche se ciò non impediva ai comuni cittadini di frequentare il Campo Marzio per allenamenti individuali.
Il campo si estendeva da nord a sud dalle pendici del Campidoglio fino al luogo dell’odierna Porta Flaminia e da est ad ovest dalle pendici del Quirinale alle sponde del Tevere. Come campo militare decadde assai presto e con l’aumento della cavalleria disposto da Giulio Cesare, il campo militare si spostò a “Centum Cellae” (Centocelle, un nuovo quartiere di Roma) e gli alloggiamenti dei soldati, in particolare gli armati barbari, furono posti sul Celio. Il Campo Marzio non fu abitato fino all’Impero, quando entrò a far parte della IX Regio.
Il rione fu istituito il 18 maggio 1743 con chirografo di Benedetto XIV. I quartieri medioevali e rinascimentali del Campo Marzio hanno conservato in gran parte l’orientamento e l’aspetto topografico che avevano in antico. Numerose strade seguono ancora il primitivo percorso: non solo la Via del Corso (“Via Lata“) ma anche assi rettilinei formati da Via della Scrofa – Via di Ripetta; Via dei Coronari – Via delle Coppelle; Via dei Giubbonari – Campo dei Fiori – Via del Pellegrino, per citarne solo alcuni. Ciò a causa della continuità di vita che ha consentito la conservazione dell’impianto urbanistico antico. È certamente il rione che più degli altri può vantare i luoghi più famosi al mondo, come Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, la Scalinata di Trinità dei Monti ed il Mausoleo di Augusto.