La Casa-Studio di Antonio Canova, situata ad angolo tra via delle Colonnette (nella foto sopra) e via Antonio Canova (nella foto 1), è un semplice edificio con porte e finestre centinate, caratterizzato da numerosi frammenti di statue, architravi e sculture di Roma antica. L’ingresso principale è al civico 27 di via delle Colonnette, annunciato da due targhe: “STUDIO CANOVA PROPRIETÀ TRANZI” e dalla sottostante “LO STUDIO CANOVA È DICHIARATO DI IMPORTANTE INTERESSE AI SENSI DELLA LEGGE 1-6-1939 N.1089”. Lo scultore trevigiano si trasferì a Roma nel 1779, dimorando inizialmente a palazzo Venezia, ospite dell’ambasciatore veneto Girolamo Zulian, finché nel 1803 decise di acquistare una casa che gli facesse anche da studio.
La struttura originaria dell’edificio era costituita da una serie di casupole di proprietà degli Agostiniani di S.Maria del Popolo, dai quali l’artista le acquistò riedificandole in un’unica struttura; nel 1806 vi aggiunse anche un paio di casette contigue appartenenti alle monache di S.Apollonia, costituendo un enorme studio, ovvero una “officina statuaria”, come la definì il suo erede, l’amico Antonio D’Este.
A Roma l’artista creò alcune delle sue opere più belle, come “Amore e Psiche”, “Le Tre Grazie”, la statua dedicata a Paolina Borghese (nella foto 2) e la Maddalena Penitente (nella foto 3), opera del 1796 che divenne famosa in tutta Europa.
Alla sua morte, avvenuta nel 1822, l’artista lasciò la Casa all’amico Antonio D’Este ed al figlio di questi, Alessandro, come ricorda la grande lapide posta sulla facciata che prospetta su via Canova, tra i civici 18 e 19: “OFFICINAM HANC STATUARIAM CUM OMNI INSTRUMENTO ARTIS QUIBUS CANOVA DUM VIVERET UTEBATUR MORIENS ANTONIO DESTE AMICO SUO ET ALEXANDRO EIUSDEM FIL QUEM SUPRA CAETEROS ERUDIIT DILEXIT EX TESTAMENTO RELIQUIT IIDEM AMORIS ET GRATI ANIMI ERGO AD MEMORIAM POSTERITATIS P.P. ANNO.MDCCCXXII”, ovvero: “(Canova) morente lasciò, secondo testamento, questa officina statuaria, con tutti i ferri del mestiere che Canova usò finché fu in vita, al suo amico Antonio D’Este e a suo figlio Alessandro, che più di tutti istruì (ed) amò, gli stessi perciò con amore e con animo grato per la memoria dei posteri (qui) posero nell’anno 1822”.
Un’altra lapide (nella foto 4) fu apposta, sulla stessa facciata dell’edificio, dal Comune nel 1871, per ricordare la grande arte dello scultore: “DA QUESTO STUDIO LA SCULTURA USCIVA RINNOVELLATA PER OPERA DI ANTONIO CANOVA S.P.Q.R. 1871″. Nel 1875 la Casa fu messa all’asta: inizialmente non trovò acquirenti, poi fu acquistata da un fabbro, finché nel 1880 riuscì a riscattarla il pittore Archimede Tranzi, pittore e mecenate romano, che ne fece il suo studio. Nel 1912 vi s’insediò l’Unione degli Artisti, i quali nel 1917 posero la seguente targa (nella foto 4): “I GENNARO MMDCLXX QUI DOVE RIFULSE IL GENIO DI CANOVA EBBE DIMORA L’UNIONE DEGLI ARTISTI CHE CESSATA RICORDA”. Notare la data, 1 Gennaio 2670, calcolata dalla fondazione di Roma (753 a.C.), che equivale appunto al 1917. La targa, ideata dall’architetto Cesare Bazzani ed eseguita da Ettore Ferrari, è sovrastata dal busto bronzeo del Canova, eseguita da Giuseppe Guastalla sul modello dell’autoritratto canoviano conservato presso l’Accademia di S.Luca. Attualmente la Casa ospita una galleria, “Il Canovaccio”, all’interno della quale si organizzano incontri letterari. Oggi le dimensioni dell’ex-studio sono molto ridotte, perché la parte verso via di Ripetta è destinata a servizi del limitrofo Ospedale di S.Giacomo.