La Basilica del Sacro Cuore di Gesù (nella foto sopra) è situata in via Marsala 42, a fianco della Stazione Termini, ed occupa l’area dove un tempo sorgevano i giardini di villa Peretti-Montalto. I lavori per la costruzione della chiesa iniziarono nel 1870 per volontà di papa Pio IX ma gli eventi di quell’anno, ovvero la fine dello Stato Pontificio e l’annessione di Roma al Regno d’Italia, ne bloccarono il proseguimento. Fu grazie all’interessamento ed alle pressioni esercitate da S.Giovanni Bosco se nel 1879 i lavori furono ripresi ad opera dell’architetto Francesco Vespignani e quindi, per riconoscenza, papa Leone XIII affidò la nuova chiesa a don Bosco ed all’ordine da lui fondato, i Salesiani. La consacrazione della chiesa avvenne nel 1887 e fu lo stesso S.Giovanni Bosco a celebrarvi la prima Messa il 16 maggio. L’elevazione della chiesa a basilica si deve a papa Benedetto XV che nel 1921 la nominò appunto basilica minore, mentre papa Paolo VI nel 1965 la elevò a titolo cardinalizio. Oggi la basilica, ed annessi edifici, è il centro dell’attività dell’Ordine Salesiano a Roma ed il complesso intero mostra l’impegno speso dai pontefici ed in particolare dalla Congregazione Salesiana per costruire una chiesa che fosse, oltre che un’efficiente parrocchia, anche un segno della perdurante presenza cattolica e papale a Roma. La facciata della basilica, di gusto neo-rinascimentale, è caratterizzata dal contrasto tra il bianco travertino ed il rosso mattone, mentre coppie di lesene corinzie scandiscono la parte inferiore in quattro ordini. Il secondo ordine da sinistra è occupato dal portale principale, più grande rispetto ai due laterali, dove due coppie di colonne di granito nero delle Balme sostengono un arco in travertino, fortemente aggettante, all’interno del quale vi è un mosaico raffigurante il “Cuore di Gesù e due angeli”. Anche i due portali laterali presentano coppie di colonne che sorreggono un arco, all’interno dei quali vi sono mosaici raffiguranti “S.Giuseppe” e “S.Francesco di Sales”; il quarto ordine presenta invece un portale rettangolare in travertino con architrave. L’ordine superiore, interamente rivestito in travertino, presenta, alle estremità, due statue di “S.Agostino” e di “S.Francesco di Sales”, mentre la parte centrale è costituita da tre ampi finestroni centinati, sormontati da un timpano con la croce e da due statue di angeli in preghiera. La basilica è affiancata da un imponente campanile, dalle forme neo-rinascimentali ed anch’esso interamente rivestito in travertino, con una cella campanaria, dalle eleganti trifore, contenente cinque campane.
Il campanile è sormontato dalla grande e caratteristica statua in bronzo dorato del Redentore (nella foto 1): l’opera, qui collocata nel 1931, fu eseguita a Milano su disegno dello scultore Enrico Cananeo. L’interno della chiesa è diviso in tre navate da otto colonne e due pilastri di granito grigio, con transetto e cupola; dietro l’altare maggiore si apre il vasto coro, espressamente voluto da don Bosco. La navata centrale ed il transetto sono coperti da un soffitto a cassettoni con i lacunari decorati con scene evangeliche, dipinte nel 1887 dal pittore Virginio Monti, lo stemma della Società Salesiana e l’immagine, a mezzo busto, del “Sacro Cuore di Gesù”. Il presbiterio è occupato dall’imponente altare maggiore dove è collocata l’immagine del Sacro Cuore, una tela del pittore Franz van Rohden. Gli elementi in elevato dell’altare (le colonne che sostengono la trabeazione ed il timpano) sono seicenteschi e provengono dalla chiesa senese di San Francesco, acquistati da don Bosco in persona. La mensa con i gradini è opera romana, certamente eseguita su disegno del Vespignani, che impiegò i marmi più belli, come i diversi tipi di alabastro, il giallo di Siena, il verde antico ed il pavonazzetto. Il prezioso tabernacolo è realizzato con marmi rari ed inserti in lapislazzuli, malachite e sardonica.
Uno dei luoghi più visitati della Basilica del Sacro Cuore di Gesù sono le cosiddette “camerette di don Bosco” (nella foto 2), ovvero la stanza, diventata ora luogo di culto e preghiera, dove S.Giovanni Bosco alloggiò tra il 30 aprile ed il 18 maggio del 1887, proprio in occasione della consacrazione della chiesa stessa. Lo spazio era suddiviso in due stanze separate da una parete, poi abbattuta per consentirne l’ampliamento in funzione di una migliore visibilità. La prima stanza veniva utilizzata da don Bosco come studio per il ricevimento di quanti desideravano incontrarlo, mentre la stanza attigua era attrezzata come camera da letto, con l’aggiunta di un altare ad armadio per la celebrazione privata della Messa da parte del Santo, ormai molto affaticato ed in condizioni precarie di salute.
Qui è stata allestita anche una vetrina (nella foto 3) contenente numerosi oggetti appartenuti a don Bosco: vi si trova anche una sacra reliquia, ovvero un batuffolo di cotone impregnato del sangue del santo. Questo luogo, in particolare, è stato palcoscenico di due eventi miracolosi che hanno contribuito alla santificazione di don Bosco: il primo riguarda la guarigione di un seminarista sordo il cui difetto fisico aveva avuto ripercussioni sulla sua vocazione; il secondo, invece, riguarda un’anziana donna con un braccio paralizzato da anni che, dopo il tocco di don Bosco, riacquistò immediatamente la sua vitalità.