Il toponimo di via dei Querceti deriva dai boschi di querce che anticamente ricoprivano fittamente il Celio, ovvero dalla stessa radice etimologica del suo antico nome, cioè “mons Querquetulanus“, e della “Porta Querquetulana“. Lungo questa via, appoggiata ad un edificio situato all’angolo con Via dei Ss.Quattro, si trova un’edicola (nella foto sotto il titolo) che, seppure poco conosciuta, risulta essere tra le più antiche oggi esistenti a Roma. Probabilmente a causa della sua insolita posizione ad altezza d’uomo, si rese necessaria una protezione realizzata con la costruzione di una cappellina con tettoia di tegole dove al suo interno, visibile attraverso un cancello in ferro battuto, si può intravvedere un affresco (nella foto 1), dipinto sulla piccola abside, raffigurante una “Madonna in trono con il Bambino”, forse risalente al XV secolo.
Il trono è posto su un piedistallo di tre gradini, mentre sullo sfondo di un cielo stellato si vedono testine angeliche e, sulla sommità della volta, la colomba divina; al di sotto è stato costruito un altare in marmo. L’affresco, più volte restaurato ma comunque visibilmente rovinato, risulta molto antico, tanto da richiamarsi all’arte bizantina: secondo alcuni potrebbe risalire addirittura all’alto Medioevo ed essere la sopravvivenza di un preesistente tempietto pagano. La particolarità di questa edicola non è data però soltanto dalla sua antichità, quanto al legame ad un fatto quanto mai singolare e fantasioso, narrato perfino dallo storico medioevale Gregorovius. Nei primi decenni del IX secolo arrivò a Roma una giovane, proveniente da Magonza, la quale usando abiti maschili entrò in Curia e, grazie alla sua abilità ed intelligenza, salì rapidamente tutti i gradini della gerarchia ecclesiastica fino ad essere eletta papa con il nome di Giovanni VIII. L’inganno non poteva certo durare all’infinito ed un giorno venne scoperto nella maniera più scandalosa che si possa immaginare. Il presunto papa infatti, durante il corteo pontificio per la “presa di possesso” che il nuovo pontefice effettuava, in qualità di Vescovo di Roma, dal Vaticano al Laterano, fu colto da dolori fortissimi mentre percorreva lo “Stradone di di S.Giovanni” ed all’incrocio di questa via con via dei Querceti, nel luogo dove oggi è situata l’edicola, partorì un figlio (nella riproduzione 2): questo è il motivo per cui, secondo la tradizione, via dei Querceti fu detta anche “vicus Papisse” e l’edicola lì posta per purificare un luogo segnato da un evento così sacrilego e nefasto (la papessa ed il figlio appena partorito vi morirono).
La leggenda sorse probabilmente nell’ambito della rivalità tra i canonici delle basiliche di S.Giovanni in Laterano e di S.Pietro, per ridicolizzare in sostanza la cerimonia della presa di possesso. Fin qui la leggenda, mentre la storia sembrerebbe narrare che la strada già prima dell’evento narrato si sarebbe chiamata “vicus Papisse“, in rapporto ad una signora Papessa, ovvero una donna della famiglia Papa, che aveva proprietà nella zona ed una casa proprio di fronte al sacello: in pratica la leggenda della papessa Giovanna sarebbe sorta proprio sfruttando la toponomastica della strada. La leggenda continua narrando anche che dopo questo avvenimento tutti i pontefici siano stati sottoposti, all’atto dell’elezione, ad un accertamento del sesso, salendo su un sedile di marmo forato che si trovava nel portico del Laterano. L’edicola oggi si offre nel suo aspetto di estrema semplicità e devozione popolare: all’interno ed all’esterno non mancano mai fiori freschi e presenta, in alto a sinistra, un’epigrafe dai versi dolcemente cantilenanti, “Il sorriso di Maria / questi luoghi allieterà / se chi passa per la via / Salve o Madre a Lei dirà“.