Piazza di S.Silvestro

piazza di s.silvestro

Piazza di S.Silvestro (nella foto sopra) prende il nome dalla chiesa omonima che vi si affaccia, sorta nell’VIII secolo sui resti della casa dei due fratelli pontefici Stefano II e Paolo I: per questo motivo la piazza, nell’alto Medioevo, era denominata, con un vocabolo mezzo greco e mezzo latino, “Catapauli“, ossia “presso (la casa) di Paolo”. La piazza sorge sull’area anticamente occupata dal “Tempio del Sole“, costruito da Aureliano nel 273 d.C. dopo la conquista di Palmira. L’edificio era formato da due grandi cortili porticati, collegati tra loro da una sala quadrangolare: il primo cortile aveva le pareti ornate da due ordini di nicchie inquadrate da semicolonne, mentre il secondo, di metri 130 x 90, aveva al centro un tempio rotondo con un giro di 16 colonne. Nei portici venivano custoditi i “vina fiscalia“, ossia il vino destinato alle distribuzioni gratuite. La chiesa di S.Silvestro in Capite originariamente fu dedicata ai santi Stefano e Silvestro ma in seguito rimase soltanto il secondo con l’aggiunto appellativo “in Capite” in quanto vi si conserva la testa di S.Giovanni Battista (precedentemente situata nella vicina chiesa di S.Giovannino).

facciata di s.silvestro in capite
1 Facciata settecentesca

Molti gli interventi di restauro ed ampliamento della chiesa susseguitisi nei secoli, fino alla grande ricostruzione del 1594 ad opera di Francesco da Volterra e di Carlo Maderno; la decorazione fu progettata nel 1680 da Carlo Rainaldi e portata a termine da Domenico De Rossi, che nel 1703 realizzò anche l’attuale facciata (nella foto 1), scandita da lesene e recante l’iscrizione dedicatoria “DEO IN HON(OREM) BEAT(I) SILVESTRI ET STEPHANI P(A)P(AE) DIC(ATUM)”. L’attico è ornato dalle statue dei Santi Silvestro, Stefano, Francesco e Chiara, insieme alla raffigurazione a rilievo della testa di S.Giovanni Battista. Il portale d’ingresso del XIII secolo è sormontato da un timpano spezzato sul quale vi è un rilievo che riproduce l’Immagine Edessena: si tratta della copia in marmo della raffigurazione di Cristo dipinto su pergamena di proprietà del Re di Edessa, Abgar, qui custodita dal XIII secolo e trasportata nel 1869 in Vaticano. L’Immagine è ritenuta di origine miracolosa ed è quindi detta acheropita, ovvero “non fatta da mano umana”.

colonne del tempio del sole
2 Colonne dell’antico Tempio del Sole

Oltrepassato l’ingresso giungiamo in un cortile adornato da vari frammenti architettonici romani, tra cui un sarcofago che funge da vasca di una fontana e da alcune colonne spezzate (nella foto 2), molto probabilmente appartenenti all’antico “Tempio del Sole”.

facciata interna di s.silvestro in capite
3 Facciata con campanile

Il cortile è dominato dalla facciata della chiesa (nella foto 3) suddivisa in due ordini orizzontali: l’ordine superiore è costituito da tre finestre sormontate da un alto timpano, mentre quello inferiore presenta tre arcate, inquadrate da quattro lesene, che immettono in un portico, che probabilmente sostituisce quello più antico medioevale. Qui si trovano, in parte provenienti da altre chiese, alcune lapidi appartenenti a diversi periodi: un’antica lapide romana, una targa medievale che elenca la festa dei santi le cui reliquie sono conservate all’interno della chiesa, lapidi medioevali e rinascimentali.

lapide del 1119
4 Lapide del 1119

Quella che maggiormente ha attratto la nostra attenzione è la lunga epigrafe del 1119 (nella foto 4) nella quale viene ricordato come sarebbe incorso nella scomunica chi avesse alienato la Colonna di Marco Aurelio di proprietà della chiesa stessa. L’epigrafe così recita:

+ Q(UONIA)M COLUPNA ANTONINI
IURIS MON(ASTERII) S(AN)C(T)I SILV(EST)RI ET
ECC(LES)IA S(ANCTI) ANDREE Q(UAE) CIRCA EA(M)
SITA E(ST) CU(M) OBLATIONIBUS Q(UAE)
IN SUPERIORI ALTARI ET INFE
RIORI A PEREGRINIS TRIBUUN
TUR LONGO IA(M) T(EM)P(O)R(E) LOCATIO(N)E
A N(OST)RO FUIT ALIENATA MON(ASTERIO). N(E)
IDE(M) CONTINGAT ACTORITATE
PETRI APOSTOL(ORUM) PRINCIPIS ET STE
PHANI ET DIONISII ET CONFES
SORIS SILVESTRI MALEDICIMUS ET
VINCULO LIGAMUS ANATHEMA
TIS ABBATE(M) ET MONACHOS Q(UI)
CU(M)Q(UE) COLUMPNA(M) ET ECCL(ESI)AM LO
CARE V(E)L BENEFICIO DARE P(RAE)SU(MP)
SERIT. SI Q(UI)S EX HOMINIB(US) CO
LUMPNA(M) PER VIOLENTIAM A N(OST)RO
MON(ASTERIO) SUBTRAXERIT, PE(RPE)TUE
MALEDICTIONI SICUTI SACRI
LEGUS ET RAPTOR ET S(AN)CTARUM
RERU(M) INVASOR SUBIACEAT ET
ANATHEMATIS VINCULO PE(RPE)
TUO TENEATUR FIAT.
HOC ACTU(M) E(ST) ACTORITATE EP(ISCOPO)
RU(M) ET CARDINALIUM ET MUL
TO(RUM) CLERICO(RUM) ATQ(UE) LAICO
RUM QUI INTERFUERUNT
PETRUS D(E)I GRA(TIA) HUMULIS ABBAS
HUIUS S(AN)C(T)I CENOBII CU(M) FR(ATR)IB(US)
SUIS FECIT ET CONFIRMAVIT.
ANN(O) D(OMI)NI MIL(LESIMO) CXVIIII
INDIC(TIONE) XII

Ovvero: “Poiché la Colonna di Antonino (ricordiamo che in passato la Colonna di Marco Aurelio era ritenuta erroneamente la Colonna Antonina), di diritto del monastero di S.Silvestro e della chiesa di S.Andrea (e Claudio), che si trova vicino ad essa, con le offerte che nell’altare di sopra ed in quello di sotto sono donate dai pellegrini, già per lungo tempo per locazione fu alienata al nostro monastero. Affinché non succeda ancora, con l’autorità di Pietro, principe degli apostoli e di Stefano e di Dionigi e di Silvestro confessore, malediciamo e leghiamo col vincolo dell’anatema l’abate ed i monaci che mai osassero affittare o dare in beneficio la colonna e la chiesa. Se qualcuno fra gli uomini avrà sottratto con la forza la colonna al nostro monastero, sia sottoposto ad eterna maledizione quale sacrilego e rapitore e violatore di cose sacre e sia costretto dal vincolo perpetuo dell’anatema. Così è giudicato con l’autorità dei vescovi e dei cardinali e della moltitudine di chierici e laici che erano presenti. Pietro per grazia di Dio umile abate di questo santo cenobio con i suoi confratelli fece e confermò nell’anno del Signore 1119, dodicesima indizione”. La facciata della chiesa è affiancata da un elegante campanile romanico, costruito tra il XII ed il XIII secolo, all’epoca dei papi Celestino III ed Innocenzo III, quando la chiesa subì un grande lavoro di restauro. Di base quadrata, il campanile si eleva con i suoi sette piani, di cui il primo piano a doppie monofore, il secondo con trifore a pilastri e gli ultimi cinque con doppie bifore su colonne marmoree e capitelli a stampella; dischi di marmo completano la decorazione. Il tetto a spioventi ospita un segnavento bronzeo a forma di gallo, rarissimo esempio dell’età medioevale.

interno di s.silvestro in capite
5 Interno

L’interno della chiesa (nella foto 5) è a navata unica con cappelle laterali e volta a botte dipinta con una composizione di Giacinto Brandi raffigurante la “Vergine Assunta tra Angeli e Santi” del 1680, mentre la cupola ovale del 1595 fu affrescata nel 1605 da Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio, con figure di “Angeli, Evangelisti e Dio Padre”. Degni di nota sono, nella seconda cappella a destra, un “S.Francesco che riceve le stimmate”, opera di Orazio Gentileschi (1610), mentre nella terza cappella a sinistra un affresco del Morazzone con scena della “Visitazione” che sul panorama presenta, in lontananza, la Colonna di Marco Aurelio.

altare di s.silvestro in capite
6 Altare maggiore

L’altare maggiore (nella foto 6), a forma di arco trionfale (al progetto del quale si ritiene abbia contribuito anche Michelangelo) e preceduto da un recinto bronzeo con candelabri e putti di fine XIII secolo, è ornato da due angeli che sorreggono l’immagine “Edessena”; l’altare marmoreo è opera di scultori toscani dei primi del Cinquecento, mentre il tabernacolo è opera di Carlo Rainaldi e risale al 1667. Nel 1976 la chiesa fu assegnata ai padri pallottini inglesi, divenendo così la chiesa nazionale inglese cattolica a Roma. L’edificio situato accanto alla chiesa (nella foto in alto sotto il titolo) era il monastero di proprietà dei monaci greci, poi benedettini e, dal 1277, delle suore Clarisse. Dopo il 1870, come molti altri istituti religiosi, il monastero fu espropriato per ospitare organismi dell’apparato statale: dapprima dedicato a sede per il Ministero dei lavori pubblici, nel 1879 l’architetto Giovanni Malvezzi lo ristrutturò per la sua nuova funzione di posta centrale. Il Palazzo delle Poste e Telegrafi, dichiarato “la più bella Posta d’Italia”, presenta una facciata, opera di Luigi Rosso, ornata di eccellenti finestre bifore, sovrastate da sei tondi in marmo con l’effigie dei componenti della famiglia reale dell’epoca, i Savoia, evidente allusione all’insediamento in Roma della dinastia sabauda: vi sono raffigurati Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III, la regina Margherita, Amedeo d’Aosta re di Spagna e Tommaso duca di Genova.

piazza di s.silvestro con la statua di metastasio
7 Piazza di S.Silvestro con la statua di Metastasio

Il 21 aprile 1886 Piazza di S.Silvestro fu ornata con la statua in marmo di Metastasio, grande poeta e drammaturgo romano, firmata e datata dal fiorentino Emilio Gallori e cinta da una cancellata. Ma la statua intralciava in quel ristretto ed affollato spazio e per questo motivo, nel 1910, venne trasferita in Piazza della Chiesa Nuova, dove attualmente si trova. Le trasformazioni non cessarono: la piazza che oggi ammiriamo non era così fino alla fine dell’Ottocento, quando tutta una fila di case divideva questa piazza dalla contigua Piazza di S.Claudio, una divisione oggi indistinguibile.

palazzo marignoli a piazza di s.silvestro
8 Palazzo Marignoli

Negli anni Trenta il piccone demolitore del regime fascista abbatté l’ampia spina di edifici, cancellando la compatta struttura urbanistica originaria per consentire l’allargamento di Via del Corso e la conseguente costruzione di Palazzo Marignoli (nella foto 8, in sostituzione del convento delle Agostiniane, detto “delle Convertite”) e del palazzo dei fratelli Bocconi, sorto come sede di grande magazzino con l’insegna “Alle Città d’Italia”. Il successo del magazzino, costruito tra il 1885 ed il 1887, fu subito enorme, sia per la formula di presentazione al pubblico, sia per l’impianto d’illuminazione elettrica completamente autonomo. Dopo il 1918 l’azienda fu trasformata ed i magazzini cambiarono il nome in “La Rinascente”: oggi è sede di una nota casa di moda. Una radicale trasformazione è avvenuta anche ai giorni nostri: è del 2012 la pedonalizzazione dell’intera piazza, precedentemente occupata da una serie di capolinea ed autobus urbani. Oggi Piazza di S.Silvestro, opera dell’architetto Paolo Portoghesi, si presenta con un grande spazio centrale di forma quadrata, pavimentato in cubetti di basalto (o sampietrini) e delimitata da una serie di panchine in travertino.

Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Chiesa di S.Silvestro di G.Vasi