Via del Pozzetto collega piazza di S.Silvestro a via Poli ma un tempo costituiva un tutt’uno con via del Bufalo, che ne costituisce la prosecuzione, con l’originaria denominazione di via della Chiavica del Bufalo che quindi collegava piazza di S.Silvestro direttamente con largo del Nazareno. L’origine del nome Pozzetto rimane alquanto incerta: c’è chi sostiene che esistesse un pozzetto nelle vicinanze del Palazzo del Bufalo (ma se così fosse avrebbe avuto più senso collegare il nome al primo tratto della via, ovvero l’odierna via del Bufalo), oppure potrebbe ricordare, come la vicina via del Pozzo, il non lontano pozzo miracoloso di S.Maria in Via. La via costituisce il confine tra due rioni ed appartiene al rione Trevi il lato meridionale ed al rione Colonna quello settentrionale: i due edifici di cui tratteremo appartengono entrambi al rione Colonna.
Al civico 108 è situato Palazzo Menchetti (nella foto sotto il titolo), costruito nella prima metà dell’Ottocento per i Menchetti, ma successivamente acquistato dalla Società dell’Acqua Pia, come riporta anche l’iscrizione sul portale di accesso (nella foto 1). Sviluppa su tre piani oltre il bugnato di base del pianterreno, dove aprono due portali tra finestre, delimitato da una fascia marcapiano grecata. La facciata è scandita da una serie di lesene che separano le undici finestre di ogni piano, architravate ai primi due ed incorniciate al terzo. A chiudere, un cornicione con riquadri e mensole sovrastante un ricco fregio. Una lapide sulla facciata ricorda che qui soggiornò il poeta Adam Mickiewicz (1798-1855), comandante della legione polacca che combatté a fianco di Garibaldi nella difesa della Repubblica Romana: “ADAMO MICKIEWICZ POETA D´ALTISSIMA FAMA IN QUESTA CASA ORDINAVA PER LE GUERRE DELL´INDIPENDENZA ITALIANA IL DRAPPELLO DEI PRODI POLACCHI NEL MDCCCXLVIII – S. P. Q. R. – XXIX MARZO MDCCCLXXVII”.
Ai civici 109-124 si trova invece la casa costruita tra il 1863 ed il 1868 dall’architetto Andrea Busiri Vici (1818-1911) per la propria famiglia, sfruttando ben quattro edifici preesistenti. L’edificio (nella foto 2) sviluppa quattro piani con una serie di caratteristici archi al pianterreno, dei quali solo il centrale è d’ingresso alla casa, mentre gli altri sono porte di negozio. Sulla fascia marcapiano del primo piano è situata la seguente iscrizione in senari giambici: “PROBATA REBUS ASPERIS FIDENS DEO VIRTUS PERENNI LUCTUM MUTAT GAUDIO”, ovvero “La virtù, provata dalle avversità e fidente in Dio, muta il lutto in perenne gaudio”. Sull’architrave della finestra centrale, che si affaccia sul balcone marmoreo con balaustra e sorretto da mensole, si trova invece la scritta “ABSTINE SUBSTINE”, ovvero “Astieniti e sopporta”, mentre sulle finestre ai lati “ATTENDE TIBI”, ovvero “Presta attenzione a te stesso”, un modo molto gentile di invitare a farsi gli affari propri. Andrea Busiri Vici, discendente, nonché progenitore, di una storica famiglia di architetti, eseguì innumerevoli opere a Roma tanto che è quasi impossibile ricordarle tutte. Per oltre 40 anni fu architetto della famiglia Doria-Pamphilj, per la quale nel 1847 realizzò la Cavallerizza Coperta nel cortile di Palazzo Doria su via del Plebiscito e poi nel 1877 aggiunse al medesimo palazzo una nuova ala prospiciente piazza Grazioli. Naturalmente lavorò all’interno della bellissima Villa Pamphilj dove nel 1859 realizzò, tra le altre opere, l’arco trionfale conosciuto come Arco dei Quattro Venti. Come primo architetto della Fabbrica di S.Pietro ed architetto di fiducia di papa Pio IX, eseguì la sistemazione urbanistica di piazza Mastai, il Palazzo della Dataria Apostolica, il Collegio Americano del Nord in via dell’Umiltà ed il Collegio Pontificio Americano in piazza della Minerva, il monastero e la cappella votiva annessi alla basilica di S.Agnese fuori le mura, nonché le chiese di S.Giuseppe Calasanzio, di S.Vincenzo de’ Paoli e dei Ss.Celso e Giuliano. Intervenne in lavori di restauro nella chiese più importanti di Roma: S.Agnese in Agone, S.Giovanni in Laterano, S.Maria Maggiore e S.Lorenzo in Lucina.