Ss.Vito e Modesto

ss.vito e modesto

La chiesa dei Ss.Vito e Modesto fu costruita nel IV secolo addossata all’Arco di Gallieno, come si può vedere nella foto sopra. Nota anche con il titolo di “Crescenziana“, la chiesa fu restaurata nell’VIII secolo, durante il pontificato di Stefano III, ma poi abbandonata. Ricostruita per volere di Sisto IV nel 1477, fu affidata alle Suore di S.Bernardo, successivamente ai Monaci Cistercensi e quindi ai Chierici Regolari Mariani. A questo periodo risale la facciata sulla via di S.Vito (nella foto sopra), con il tetto a capanna, il grande occhio centrale ed il portale con gli stipiti in marmo. La chiesa, abbandonata nuovamente, fu restaurata nel 1834 da Pietro Camporese il Giovane e poi nel 1900 da Alfredo Ricci: in questa occasione la chiesa ebbe un nuovo orientamento ed una nuova facciata, quella su Via Carlo Alberto (nella foto 1), dove si apre un portale rettangolare con stipiti in travertino, affiancato da paraste, al di sopra delle quali vi è un fregio di triglifi e metope, e sovrastato da una finestra semicircolare ornata da rosette.

ss.vito e modesto su via carlo alberto
1 Ss.Vito e Modesto su Via Carlo Alberto

Al di sopra del fregio vi è una finestra rettangolare circondata da festoni con testa alata di putto e sopra ancora il timpano con la Croce. Alla sinistra è situato il campanile a pianta poligonale con aperture ad arco dalle quali sono ben visibili le campane. In occasione dei lavori di restauro avvenuti tra il 1973 ed il 1977 fu riportato l’antico orientamento e l’ingresso alla chiesa avviene nuovamente dal portale di via di S.Vito. L’interno è a tre navate, con una “Madonna con Bambino” di Antoniazzo Romano sull’altare maggiore. Nella navata destra è murata la “pietra scellerata” che la leggenda vuole sia servita alla tortura e morte di molti cristiani. Nel Medioevo si riteneva che la raschiatura della pietra salvasse dal morso dei cani arrabbiati e per questo motivo la pietra appare raschiata profondamente su tutta la superficie: tra i tanti sembra che ne abbia tratto beneficio nel 1620 un Colonna di Paliano. In realtà si tratta di un cippo funerario antico con tanto di epigrafe in memoria di tale Elio Terzio Causidico.

Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Monastero dei Ss.Vito e Modesto di G.Vasi