Via Sardegna collega via Vittorio Veneto a via Puglie e fu tracciata all’indomani dell’urbanizzazione, lottizzazione ed “edificazione di un quartiere di abitazione di ragione privata nella Villa già Ludovisi”, in pratica tra il 1886 ed il 1890. Nacque così il rione Ludovisi con palazzi, chiese e vie pubbliche, molte delle quali dedicate a regioni italiane. Ad angolo con via Romagna è situata la chiesa di S.Maria Regina di Cuori (nella foto sotto il titolo), con annesso convento al civico 46 dei Padri Missionari Monfortani.
La chiesa, costruita in stile neo-romanico su progetto di Tullio Passarelli tra il 1903 ed il 1913, presenta una facciata in cotto con ingresso costituito da un arco sporgente (nella foto 1) sorretto da due colonne marmoree con capitelli superbamente scolpiti con gruppi di demoni; nella lunetta è situato un mosaico raffigurante l’Annunciazione. La facciata presenta finestre bifore e monofore e si conclude con un magnifico cornicione a dentelli.
L’interno, a navata unica, custodisce bellissime vetrate istoriate policrome e sull’altare maggiore un gruppo marmoreo (nella foto 2) raffigurante la “Vergine col Bambino adorata da S.Luigi di Montfort e dall’angelo Gabriele”, opera di Paolo Bartolini, nonché un bellissimo coro ligneo di Francesco Milizia. Sulla parete sinistra si trova una lapide che così recita: “Papa Giovanni XXIII iniziando la stazione quaresimale del rione sostò per implorare la benedizione della Regina dei Cuori in questo santuario a Lei dedicato 10 marzo 1962”.
Al civico 79 di Via Sardegna è situato l’Istituto Archeologico Germanico (nella foto 3), la cui origine risale ad una società di studio archeologico sorta nel 1823 a Roma sotto il nome di “Iperborei romani”, fondata su iniziativa di varie personalità prussiane come Eduard Gerhard, August Kestner e Theodor Panofka e trovando finanziamenti fin dal 1825 grazie a Honoré Théodoric d’Albert, Duca di Luynes. Il compito principale era la raccolta e la pubblicazione dei numerosi scavi e scoperte archeologiche nell’ambito dell’antichità classica. La svolta per l’associazione culturale fu la protezione da parte dell’Ambasciatore di Prussia a Roma, Christian von Bunsen, nel 1828 cosicché l’anno successivo la società fu denominata “Istituto di corrispondenza archeologica” e fu inaugurata il 21 aprile, in omaggio al Natale di Roma. Tra i vari membri illustri troviamo Carlo Fea, Pietro Ercole Visconti, Bertel Thorvaldsen, Angelo Maj ed Antonio Nibby. Caratteristica fondamentale dell’Istituto fu la biblioteca che si arricchì con lasciti internazionali, pur mantenendo un’attività privata fino al 1851, anno in cui divenne statale con contributo diretto dello Stato prussiano. Nel 1873 si trasformò in “Kaiserlich Deutsches Archäologisches Institut” (ovvero Istituto Archeologico Germanico Imperiale) con direzione centrale a Berlino e sezioni a Roma ed Atene. La prima sede a Roma fu a palazzo Caffarelli, poi nel 1836 nella vicina Casa Tarpea, nel 1877 nell’edificio in via del Tempio di Giove ed infine, nel 1921, in questo nuovo edificio di via Sardegna. L’Istituto attuale ha come scopo principale la ricerca archeologica in Italia, sia mediante forze proprie sia facilitando la ricerca di altri studiosi grazie alla disponibilità degli importanti apparati scientifici quali soprattutto la Biblioteca e la Fototeca. In particolare la Biblioteca, specializzata in archeologia, egittologia e filologia classica, possiede circa 220.000 volumi ed opuscoli, 1895 periodici, di cui 800 correnti, che la qualificano come la maggiore biblioteca archeologica esistente. Molto importanti anche le raccolte su Roma, anche in relazione alla filologia classica ed alla storia antica della città.