Il Casino Guidi (nella foto sopra) è situato al civico 125 di via Labicana, una strada aperta alla fine dell’Ottocento su una precedente viuzza sterrata che collega piazza del Colosseo a via Merulana e che ricorda soltanto nel nome l’antica “via Labicana” che aveva tutt’altro percorso. Quest’ultima, infatti, usciva dalla “porta Esquilina” e percorrendo le attuali vie Principe Eugenio e di Porta Maggiore, usciva da quest’ultima per dirigersi verso “Labicum“, un paese situato sulle pendici settentrionali dei Colli Albani e corrispondente all’odierno Montecompatri.
Il Casino, realizzato da Giovanni Battista Mola nel XVII secolo per la famiglia Evangelisti, fu in seguito venduto o concesso alla Venerabile Arciconfraternita della Ss.Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti, come menzionato sulle due lapidi affisse sulla facciata del Casino: (lapide 1) “SUB PROPRIETATE VEN. ARCHICONFRATERNITATIS SS.MAE TRINITATIS PEREGRINORUM ET CONVALESCENTIUM IN URBE QUOAD VIRIDARIVM [ ] AM DOMUS ET CORTILE PER LINEAM RECTAM HUIUS LAPIDIS USQUE AD HORREA RETROGRADA”; (lapide 2) “QUATUOR MANSIONES PRIMI APPARTAMENTI EX ISTO LATERE ET ALIAE TRES AD PLANUM TERRAE CUM INGRESSU ET USU FONTIS SUNT DE UTILI DOMINIO VEN. ARCHICONFRATERNITATIS SS.MAE TRINITATIS PEREGRINORUM ET CONVALESCENTIUM URBIS N. CLIII”.
Il palazzetto fu completamente ristrutturato nel XVIII secolo, verosimilmente quando venne acquistato come casino di caccia dalla famiglia Guidi: nella pianta del Nolli del 1748 l’area è menzionata come “Giardino Guidi”. Nel 2002 il conte Goffredo Manfredi trasformò l’edificio in un hotel di lusso denominato Hotel Gladiatori Palazzo Manfredi (l’edificio poggia sui resti del Ludus Magnus, l’antica caserma dei gladiatori), poi divenuto Hotel Palazzo Manfredi. L’edificio si presenta con un’elegante facciata a due piani, spartita verticalmente da lesene e da finestre con cornici modanate e decorate con stelle, leoni e maschere; caratteristica l’altana a tre arcate su quattro fronti (le sopraelevazioni laterali sono moderne e risalgono al 1950), ornata con ricchi stucchi agli angoli e da due cariatidi nell’arco di mezzo. Sull’attico dell’altana si possono leggere le scritte “FORTUNA DUCE” (“Con la fortuna come guida”) sulla fronte e “VIRTUTE COMITE” (“Con la virtù come compagna”) nei fianchi, parafrasando la famosa citazione di Cicerone “Comite fortuna, virtute duce“.