Palazzo Brancaccio (nella foto sopra), situato nel largo omonimo, fu costruito per la famiglia di origine napoletana dei Brancaccio per volontà di Mary Elizabeth Bradhurst Field, facoltosa dama dell’alta società di New York e madre di Elizabeth che convolò a nozze con il Principe Salvatore Brancaccio. La nobildonna aveva acquistato nel 1879 dal Comune di Roma la chiesa, il convento, l’orto ed il giardino delle suore Clarisse Francescane di S.Maria della Purificazione, beni assegnati al demanio comunale in seguito alla soppressione delle congregazioni religiose dopo l’Unità d’Italia. I lavori di trasformazione edilizia furono affidati inizialmente a Gaetano Koch dal 1879 al 1883, proseguiti da Luca Carimini dal 1886 al 1890 e terminati dagli architetti Rodolfo Buti e Carlo Sacconi nel 1922.
Il palazzo è caratterizzato da un imponente rivestimento in bugnato che giunge fino al primo piano, mentre il piano nobile presenta finestre affiancate da colonne doriche con timpani triangolari ed un balcone sul quale si aprono tre finestroni, sorretto da quattro grandi colonne che inquadrano i tre portali di accesso (nella foto 1).
Varcato l’ingresso si entra in un vestibolo con grosse colonne di granito grigio che attraversa l’intero edificio fino al giardino retrostante, dove risalta il bel ninfeo (nella foto 2) realizzato dall’architetto Francesco Gai ad inizi Novecento e che costituisce la decorazione dell’imponente muro di contenimento del giardino interno. La struttura presenta complessivamente cinque nicchie e sei colonne; la nicchia centrale riproduce una grotta, nella quale l’acqua, che scende dalle rocce soprastanti, si raccoglie in un bacino a terra, il tutto seminascosto da una vegetazione eccessivamente folta. Ai lati della nicchia centrale vi sono altre due nicchie contenenti statue classicheggianti in travertino, poste su alti basamenti, raffiguranti Ercole quella di sinistra e David quella di destra. Le nicchie, contornate da un arco bugnato, sono sovrastate da un classico fregio di ordine dorico, con triglifi e metope decorate da animali marini, terminante in una balaustrata in cotto.
In occasione dei lavori di ristrutturazione del palazzo effettuati tra il 1909 ed il 1922 fu realizzato anche il Teatro Brancaccio (nella foto 3), inaugurato nel gennaio del 1916 con il nome di Teatro Morgana, poi trasformato nella sua attuale configurazione nel 1937 e denominato Teatro Brancaccio. Durante la sua illustre storia ha ospitato artisti famosi quali Totò, Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Gigi Proietti, il quale fu anche Direttore Artistico del teatro dal 2001 al 2007. Per molti anni il palazzo ha ospitato il Museo Nazionale d’Arte Orientale, istituito nel 1957 ed aperto al pubblico nel 1958. Il Museo è stato uno degli Istituti speciali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in quanto da sempre svolge compiti di tutela degli oggetti artistici ed archeologici provenienti dai paesi asiatici in ambito nazionale. Dal 1 settembre 2016 il Museo Nazionale d’Arte Orientale è entrato a far parte del Museo delle Civiltà, insieme ai Musei Preistorico ed Etnografico “Luigi Pigorini”, Arti e Tradizioni Popolari ed Alto Medio Evo, e le sue collezioni trasferite nella sede di Piazza Guglielmo Marconi 14 all’EUR. Oggi il palazzo è utilizzato come location per matrimoni ed altri eventi culturali e mondani.