La Salita del Grillo (nella foto sopra) collega Piazza del Grillo a Largo Angelicum e prende il nome dall’omonimo palazzo con torre della famiglia del Grillo.
Il fianco sinistro della via, che corrisponde all’antico “Clivus Ursi“, conserva un edificio (nella foto 1 ed in primo piano nella foto in alto sotto il titolo) con bella cortina in tufelli, databile alla seconda metà del secolo XIII, che faceva parte del cosiddetto “Castello Caetani“, nel quale furono incluse anche la Torre delle Milizie e la Torre del Grillo.
L’edificio, situato sopra i Mercati Traianei, fa parte di un complesso oggi sede dell’Ordinariato Militare per l’Italia (nella foto 2), ovvero una Chiesa particolare equiparata ad una diocesi che garantisce l’assistenza spirituale ai militari delle Forze Armate italiane, ma che un tempo costituiva il Monastero di S.Caterina da Siena a Monte Magnanapoli. L’edificio era proprietà del Principe Giovanni Battista Conti e fu acquistato nel 1563 dalle Terziarie Domenicane con i soldi ricavati dalla vendita della Casa di S.Caterina, con 7.000 scudi donati dal pontefice Gregorio XIII e da 3.500 scudi offerti da Porzia Massimo. Nel 1574 le Terziarie Domenicane si trasferirono qui dalla Casa di S.Caterina ma soltanto nel 1628 ebbero il permesso di costruire la loro chiesa che naturalmente fu dedicata a S.Caterina da Siena.
Nel tratto compreso tra la Torre del Grillo e l’Ordinariato Militare sono presenti i resti di un’insula romana (nella foto 3) costituita da strutture murarie con ambienti realizzati prevalentemente in opera laterizia; il complesso si trova all’interno dell’area archeologica dei Mercati di Traiano, ma costituisce un settore indipendente da essa. Le strutture dell’insula vennero inglobate nel terrapieno del giardino del Monastero di S.Caterina, ma con l’intervento del Governatorato nel giugno del 1929 il terrapieno venne demolito e le strutture dell’insula riportate alla luce. Fu in questa occasione che venne rinvenuto un grosso lastrone di travertino sul quale è visibile l’iscrizione “(I)NSULA EUTYCHETIS”, che permise l’identificazione del sito quale insula di abitazione. Probabilmente l’epigrafe non identifica il nome del gestore e proprietario dell’edificio ma il nome dell’insularius, ovvero colui che aveva il compito di informare le autorità su chi vivesse nell’insula e la responsabilità della loro condotta e sicurezza.
Il sito si articola su due livelli e conserva fasi risalenti ad un periodo compreso tra il VI secolo a.C. ed il V secolo d.C. La prima fase edilizia è documentata da strutture in opera quadrata di tufo, alla quale seguirono strutture di una domus in conglomerato cementizio databili al II secolo a.C. Nel I secolo d.C. le strutture repubblicane vennero dismesse a favore di un nuovo edificio di abitazione in laterizio, una nuova domus, di cui rimangono, al livello inferiore, cinque vani ed al livello superiore un vano affrescato. In età traianea, con la realizzazione del complesso dei Mercati di Traiano, la parte alta della domus venne demolita per la costruzione di due volte per il sostegno di una terrazza che concludeva il percorso della strada denominata in epoca moderna “Via della Torre”; in questa stessa fase, nel settore a valle dell’edificio sono attestati lavori di ristrutturazione. In età severiana si registra al livello inferiore un avanzamento del fronte del complesso edilizio con la costruzione di una serie di sei tabernae che si addossarono agli ambienti di servizio della domus del I secolo d.C. sfruttandoli probabilmente come retrobotteghe, che costituiscono il fronte dell’insula della Salita del Grillo: questa, pertanto, è la fase in cui è plausibile che le strutture della precedente domus siano state inglobate in un’insula di abitazione. Tra il IV ed il V secolo d.C. le tabernae vennero pavimentate in mosaico a grandi tessere. Successivamente in una taberna si installarono piccole fornaci circolari per la cottura di vasellame leggero.
In un manoscritto di Giacomo Grimaldi del 1603 (“Index omnium et singulorum librorum bibliothecae sacrosanctae Vaticanae basilicae“) viene riportato che “sotto il monastero di S.Sisto, nella discesa del clivo per andare a S.Quirico (ovvero proprio la Salita del Grillo), a sinistra verso la metà del medesimo si vedeva una chiesa profanata e convertita in casa, la quale fino a’ suoi giorni si chiamava S.Salvatore, e vi si vedeva pure il campanile, nonché l’imagine del Salvatore, che era stata posta nella facciata della casa. Detta casa portava scritto sulla porta principale d’ingresso il nome di Achille Veniero…“: se osserviamo la scritta “ACHILLES VENERIUS” che ancora campeggia sopra l’architrave del bel portale ad arco bugnato situato al civico 17 della Salita del Grillo (l’edificio nella foto 4), non possiamo avere dubbi che si tratti proprio della casa sopra menzionata e quindi che questo era il luogo dove fino al Cinquecento era situata l’antica chiesa di “S.Salvatore de Militiis” (evidentemente la medesima origine etimologica della vicina Torre delle Milizie). L’immagine del Salvatore menzionata dal Grimaldi rimase sulla facciata di questa casa almeno fino alla fine del XIX secolo, ovvero fino a quando il palazzo venne restaurato. In quest’edificio, inoltre, vi ebbe sede dal Seicento al 1870 la tipografia della Congregazione di Propaganda Fide, il cui primo testo fu pubblicato nel 1629, come indica la lapide posta sulla facciata: “QUESTO EDIFICIO OSPITÒ NEI SECOLI XVII – XIX LA TIPOGRAFIA DELLA CONGREGAZIONE DE PROPAGANDA FIDE IL CUI PRIMO TESTO PUBBLICATO NEL 1629 FU IL DIZIONARIO GEORGIANO-ITALIANO COMPOSTO DA STEFANO PAOLINI E NIKIFOR IRBACH AMBASCIATA DI GEORGIA IN ITALIA + S.P.Q.R. 2011”. La lapide continua con la traduzione georgiana. L’ampia facciata di Palazzo Veniero è costituita dal pianterreno, nel quale si aprono quattro finestre ai lati del portale ad arco bugnato ed architravato, e da altri tre piani, ognuno con nove finestre, architravate su cornice marcapiano al primo ed incorniciate agli altri due. Nel 1886 nelle cantine di questa casa furono rinvenuti resti di antiche mura romane, costituiti da due grossi muraglioni in opera quadrata, sulle quali poggiavano le fondazioni di una chiesa con resti di affreschi accompagnati da epigrafi votive, molto simili a quelle della basilica sotterranea di S.Clemente e probabilmente dello stesso periodo, ovvero X-XI secolo: la chiesa è quella sopra menzionata di “S.Salvatore de Militiis“.