Questa via prende il nome dalla presenza dei Fori Imperiali, ossia quelli di Cesare, di Augusto, di Nerva e di Traiano. Il primo ad essere costruito fu quello di Cesare nel 54 a.C., perchè l’antico Foro Romano risultava oramai insufficiente ed inadeguato a svolgere le sue funzioni di centro monumentale ed amministrativo. A questo seguirono via via anche gli altri e così, nel giro di un secolo e mezzo, Roma ebbe un grandioso centro politico-amministrativo, giudiziario e monumentale. Nel Basso Medioevo l’urbanizzazione interessò una vasta area dei Fori Imperiali, con abitazioni, chiese e monasteri, fino alla radicale trasformazione voluta, alla fine del XVI secolo, dal cardinale Michele Bonelli, nativo di Alessandria, che vi realizzò il quartiere denominato “Alessandrino”. Una massiccia operazione di rimozione dell’intero quartiere venne effettuato tra il 1924 ed il 1932 per l’apertura di “via dell’Impero”. In questa occasione furono distrutti, oltre alla collina Velia, decine di migliaia di metri cubi di antichità romane e fu rasa al suolo un’intera zona cinquecentesca con le sue chiese, i suoi palazzi ed orti. La mattina del 9 aprile 1932 Mussolini a cavallo tagliò il nastro inaugurale: fece seguito una massiccia sfilata di mutilati della Grande Guerra come ideale ricongiungimento dell’abnegazione patriottica moderna con il ricordo della potenza antica. Dopo il 1945 “via dell’Impero” fu suddivisa e rinominata in via dei Fori Imperiali nel primo tratto, poi piazza del Colosseo, via di S.Gregorio (dall’Arco di Costantino fino al Circo Massimo) ed infine via delle Terme di Caracalla. Tra il 1932 ed il 1933 vennero posizionate lungo questa via quattro statue in bronzo (perfette riproduzioni degli originali, in marmo, conservati alcune in Campidoglio ed altre in Vaticano) di quattro Imperatori Romani, poste dinanzi ai corrispettivi Fori: Cesare (la prima ad essere stata collocata, con tanto di inaugurazione alla presenza di Mussolini ed altre autorità), Traiano, Ottaviano Augusto e Nerva (nella foto in alto in primo piano).
Sulla parete che si estende dinanzi alla Basilica di Massenzio e che corrisponde al muro di sostegno del giardino pensile del Pio Istituto Rivaldi, è situata, all’interno di una grande nicchia, una vasca elicoidale in travertino (nella foto 1), al centro della quale, su una base quadrata marmorea, sormontata da un cubo di minori dimensioni, poggia un’antica, bellissima tazza di granito bigio decorata da due mascheroni, al centro della quale si eleva un alto zampillo d’acqua. La tazza fu rinvenuta durante gli scavi avvenuti, nel 1696, per l’ampliamento del Porto di Ripa Grande. Innocenzo XII ne fece dono alla Curia Innocenziana (attuale Palazzo Montecitorio) dove andò ad ornare la fontana del cortile. Quando il palazzo venne modificato per la realizzazione della Camera dei Deputati, la tazza fu rimossa e trasferita, su suggerimento di Antonio Muñoz, nella posizione attuale.
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