Via del Pellegrino (nella foto sopra) era denominata, in origine, “via Florea” (come menzionato sulla lapide in latino situata in via dei Balestrari) e poi “via degli Orefici“, per le botteghe di orafi che vi si trovavano. Prese il nome attuale da una osteria chiamata “del Pellegrino“, in quanto la via, essendo sulla direttrice per S.Pietro, era percorsa continuamente da pellegrini: qualcuno sostiene che abbia preso il nome direttamente dai pellegrini che la percorrevano, ma, se così fosse, Roma dovrebbe avere centinaia di strade così denominate. Questa locanda “del Pellegrino” è nominata molto spesso nella “Gabella dei Vini”, in special modo sotto i pontificati di Paolo II e Sisto IV. Nel XV secolo la via ebbe anche la denominazione di “Merzariorum“, forse in riferimento alla “mercatoria” che il cardinal Riario concesse: infatti il lato destro, fiancheggiato dal palazzo della Cancelleria in passato era completamente pieno di botteghe. Soltanto nel 1939 la via fu liberata da botteghe e casette fatiscenti, nonostante il Consigliere Filippo Pacelli (padre del futuro papa Pio XII) avesse già fatto presente nel 1887 la necessità e l’opportunità dell’opera, per gravi motivi di igiene e di sicurezza pubblica.
La casa quattrocentesca ad angolo tra via del Pellegrino e Campo de’ Fiori (nella foto 1) è in genere indicata come la casa in cui soggiornò il re d’Ungheria Mattia Corvino di passaggio a Roma nel 1464, quando pensava di sostenere Pio II nella crociata sognata dal pontefice contro i Turchi e mai realizzata. Il suo ritratto equestre, opera di Andrea Mantegna, era dipinto sulla facciata, tra un angelo ed un demonio, ma è scomparso. All’angolo dell’edificio si possono notare tre stemmi: quello in alto è lo stemma papale di Alessandro VI, mentre i due stemmi più in basso, abrasi, sono dei maestri delle strade, Camillo Beneimbene e Pietro Matuzzi.
La facciata presenta anche un’iscrizione (nella foto 2) che così recita: “ALEX VI PONT MAX POST INSTAURATAM ADRIANI MOLEM ANGUSTAS URBIS VIAS AMPLIARI IUSSIT MCCCCLXXXXVII“, ovvero “Il Pontefice Maximo Alessandro VI, restaurata la Mole Adriana, ordinò l’ampliamento delle vie anguste della città – 1497″. Si possono ancora notare, lungo questa via ma anche lungo altre strade romane, antiche colonne inserite nei muri agli angoli delle vie: servivano a proteggere i muri degli edifici dai continui urti e sfregamenti provocati da carrozze, carri e carretti.
La Madonnella situata all’angolo con l’Arco di S.Margherita è una composizione settecentesca in stucco molta fastosa (nella foto 3). L’immagine a mezzobusto di S.Filippo Neri, raffigurata nella base entro un medaglione retto da due possenti aquile, ha fatto pensare che sia stata eretta per iniziativa della sua congregazione; in realtà il committente fu il cardinale Pietro Ottoboni, il cui studio si trovava nel palazzo della Cancelleria. Entro un mosso tabernacolo con volute e testine angeliche è situata una splendida scultura in altorilievo, opera di Francesco Moderati (1716), raffigurante la “Madonna della Concezione” che sorregge e sembra quasi mostrare ai passanti il bambino benedicente. Il tutto è sovrastato da una corona sorretta da due putti, all’interno della quale si intravede una grande raggiera con una simbolica colomba.
Anche un altro arco si affaccia lungo la via: si tratta dell’Arco degli Acetari (nella foto 4), che funge da cavalcavia tra i due palazzi adiacenti e che ha dato adito a varie interpretazioni riguardo al toponimo. C’è chi sostiene che il nome Acetari derivi da un’antica famiglia che qui risiedeva, oppure dall’Università degli Acetari che aveva in zona la propria sede: la tesi più verosimile crediamo sia quella che il nome dell’arco derivi, per contrazione, dal termine “Acquacetosari“, in seguito chiamati anche “Acetosari“, ossia dai rivenditori di Acqua Acetosa che qui dovevano avere i loro depositi, vista anche la vicinanza con il mercato di Campo de’ Fiori.
Al civico 58 è situata la casa quattrocentesca abitata, nel 1475, da Vannozza de’ Cattanei, l’amante del cardinale Rodrigo Borgia, poi papa con il nome di Alessandro VI. Qui nacque molto probabilmente Cesare Borgia. Successivamente la casa fu acquistata dai Peretti; il loro stemma è rievocato nella decorazione delle finestre (nella foto 5) con gli elementi araldici raffiguranti un leone che sostiene un ramo di pere, oltre ai motivi decorativi della stella e del giglio.