Via della Fossa (nella foto sopra) collega piazza del Fico a via di Parione ed è così denominata da una profonda fossa un tempo situata nell’orto della chiesa di “S.Biagio della Fossa“, probabilmente derivante da uno degli ambulacri sotterranei dei servizi dello Stadio di Domiziano. La chiesa di “S.Biagio della Fossa“, demolita nel 1812 durante l’annessione di Roma all’Impero francese, venne menzionata per la prima volta in una bolla di Urbano III nel 1186 con il nome di “S.Blassi de achariorum” (probabilmente errore di un copista perché il termine esatto originario doveva essere “archariorum“) proprio in riferimento alle arcate dello Stadio di Domiziano; in seguito fu denominata anche “S.Biagio alla Pace” (per la vicinanza alla chiesa di S.Maria della Pace) e “S.Biagio de Trivio” (perché si trovava all’incrocio di tre strade, via della Pace, vicolo di Montevecchio e vicolo degli Osti).
La chiesa fu restaurata una prima volta nel 1541 e poi nel 1658: fu in questa occasione che la facciata venne decorata con un affresco di Paolo Guidotti rappresentante il martirio del santo titolare (fu scorticato vivo con pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana) cosicché la chiesa ebbe anche l’appellativo di “S.Biagio delli Pettini“; un terzo restauro fu operato nel 1725. La chiesa fu affidata dapprima alla Confraternita dei Magazzinieri e poi a quella degli Osti, ma durante l’occupazione francese di Roma fu dapprima sconsacrata e poi demolita per la costruzione di un edificio abitativo. Il luogo dove sorgeva la chiesa è segnato sulla pianta del Nolli (1748) con il numero 592 (nell’immagine 1) e con l’indicazione di “Chiesa di S.Biagio della Fossa dell’Università degli Osti“. Via della Fossa conserva un bel portale rinascimentale al civico 11 ma soprattutto un edificio a tre piani situato ai civici 15-17 (nella foto sotto il titolo).
Il palazzo, costruito nel Cinquecento dagli Amedei, è interamente decorato da graffiti (nella foto 2); si vedono tracce di bugne e, nei due fregi, motivo di girali, conchiglie, vasi, grifi e putti alati. Tra le finestre due affreschi con scene sacre e scritte, il tutto molto deteriorato; il portone presenta apertura ad arco sottolineata da bugne.