Fino ai primi anni del Settecento Via di S.Ignazio era denominata “Via dell’Annunziata“, in onore della piccola chiesa di “S.Maria Annunziata” fatta costruire da Vittoria Frangipane e poi demolita per la costruzione della chiesa di S.Ignazio, dalla quale poi la via prese il nome. Via di S.Ignazio è caratterizzata da un cavalcavia (nella foto sopra) che collega la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II (situata all’interno del Palazzo del Collegio Romano, nella foto sopra l’edificio di sinistra) alla Biblioteca Casanatense (nella foto sopra l’edificio di destra). La tradizione narra che il cavalcavia fu costruito nel 1876 in occasione di una visita del principe ereditario Umberto (divenuto poi Re Umberto I) affinché l’erede al trono non fosse costretto a passare da un edificio all’altro scendendo e risalendo dalla strada: l’anno di costruzione fu proprio il 1876 ma molto più verosimilmente l’arco fu costruito per integrare la funzionalità dei due centri culturali.
Al civico 52 della via vi è l’ingresso della Biblioteca Casanatense (nella foto 1), situata all’interno dell’edificio che un tempo apparteneva al grande complesso del Convento dei Domenicani, ampliato tra il 1638 ed il 1641 da Paolo Marucelli (conosciuto anche come Maruscelli) a spese del Cardinale Antonio Barberini, protettore dell’ordine: a ricordo dell’evento venne posto, ad angolo tra la via e la Piazza di S.Macuto, lo stemma Barberini e la scritta (nella foto 2): “URBANI VIII PONT OPT MAX ANNO XVIII“, ovvero “(Per volere di) Urbano VIII (Barberini, fratello del cardinale Antonio) Pontefice Ottimo Massimo nel 18° anno (del suo pontificato)”, ovvero 1641. I simboli papali sono stati distrutti, così come le tre api Barberini, ma in alto brilla ancora il Sole dei Barberini, altro elemento araldico della nobile famiglia. Nel 1698 questa parte del complesso era stato già trasformato in biblioteca, ovvero quando il cardinale Domenico Casanate elargì un fondo di 160.000 scudi per l’istituzione di una grande biblioteca di uso pubblico: a tale scopo l’edificio fu ristrutturato secondo un progetto di Antonio Maria Borioni, che completò i lavori nel 1725.
Aperta ufficialmente nel 1701, la Biblioteca ebbe come primo nucleo la collezione del cardinale Casanate, ricca di oltre 25.000 volumi. Dopo il 1870 la biblioteca, quando fu estesa anche a Roma la legge sulle corporazioni religiose, divenne temporaneamente gestita sia dall’Ordine domenicano sia dallo Stato, tanto che al prefetto domenicano (ovvero il direttore della biblioteca) fu affiancato anche un funzionario governativo. Nel 1884 divenne totalmente proprietà statale come sede del Ministero dell’Istruzione Pubblica: oggi la biblioteca è un istituto periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La facciata settecentesca su via di S.Ignazio presenta l’ingresso in corrispondenza della testata del salone, opera di Carlo Fontana, che apre su un balcone con finestra a timpano spezzato; la scritta “BIBLIOTHECA CASANATENSIS” è tra cani, emblematici dei Domenicani (“Domini canes“), e la torre con una stella, stemma del cardinale Casanate. La biblioteca, aperta al pubblico, è ricca di 350.000 volumi, oltre a più di 2.000 incunaboli, 3.000 incisioni, 6.000 manoscritti, comprendendo raccolte di argomento biblico-teologico, filosofico, giuridico e storico, con particolare rilevanza di temi quali il pensiero tomistico, la filosofia e la storia del Medioevo, la storia della Chiesa e la storia di Roma. Un tesoro particolarmente importante è rappresentato dai circa 70.000 editti e bandi (dal 1550 al 1870) contenenti atti normativi emanati dall’autorità papale e dagli organi amministrativi e giudiziali dello Stato Pontificio.