La ricorrenza del 25° anniversario della Breccia di Porta Pia e quindi di Roma Capitale fu l’occasione per affrettare l’inaugurazione di tutti i monumenti in via di realizzazione (a Garibaldi, Cavour, Minghetti) in modo da rendere evidente la presenza dei vari colori politici. Nell’elenco delle opere vi fu anche il monumento in onore di Pietro Cossa, il poeta romano definito “l’ultimo evocatore paziente e talora grande dei fasti e delle miserie di Roma”. Liberale, anticlericale, laico e borghese, fu grande drammaturgo: tra le sue opere teatrali migliori possiamo menzionare “Nerone“, “Messalina”, “Plauto e il suo secolo”, “Giuliano l’Apostata”, “Cola di Rienzo“, “I Borgia”.
Le ultime opere manifestarono palesemente il suo pensiero anticlericale e probabilmente questo fu il motivo che giustificò l’erezione del Monumento a Pietro Cossa (nella foto 1) inaugurato in Piazza S.Elena, oggi Largo Arenula, il 27 settembre 1895, grazie al contributo degli italiani e del Comune di Roma. Quel giorno il notaio Delfini consegnò ufficialmente alle autorità capitoline un Pietro Cossa di bronzo dell’altezza di 3 metri, opera di Adolfo Sanguinetti, raffigurato in severi abiti borghesi mentre porta una mano al cuore. Lo stabilimento Bastianelli, presso l’Istituto Romano di S.Michele a Ripa, aveva provveduto alla fusione dell’opera, mentre al basamento, elegante ed ornato con festoni e maschere teatrali, aveva dedicato il proprio lavoro l’architetto Bernich. Esigenze urbanistiche seguite ai lavori degli anni Venti per il congiungimento di via Arenula a Corso Vittorio Emanuele II resero necessario lo spostamento del monumento in un prato all’interno del bastione cinquecentesco delle Mura Aureliane, nel tratto compreso tra Porta S.Paolo e Porta S.Sebastiano, luogo prescelto quale rifugio per altri relitti architettonici. Soltanto nel 1962 l’Amministrazione capitolina trovò degna collocazione per il monumento, ovvero in Piazza della Libertà, dove ancora oggi è situata (nella foto in alto), al centro di un piccolo giardino dinanzi a ponte Regina Margherita. Dell’antica sede in Largo Arenula oggi rimane soltanto una lastra metallica a copertura dello scavo, situata in prossimità dell’angolo con via Florida, nei pressi dell’edicola di giornali.