Piazza dei Quiriti ricorda il nome degli abitanti della città di “Cures” che si chiamavano “Quirites“, ossia i Sabini, i quali fondarono ed abitarono Roma, per cui ebbero il nome equivalente di Romani. Al centro di Piazza dei Quiriti vi è la fontana (nella foto sopra), relativamente moderna ma non per questo meno bella delle antiche, opera dello scultore Attilio Selva che la costruì per incarico del Comune di Roma nel 1928. Situata al centro della piazza, la fontana è costituita da una grande vasca circolare, delimitata da un largo bordo sporgente, al centro della quale s’innalza, sopra un elaborato balaustro, il catino inferiore, convesso e centinato, da cui l’acqua si riversa nella vasca sottostante. Quattro cariatidi nude (che all’epoca suscitarono molto scalpore) sorreggono il catino superiore, elegante e quadrilobato, al centro del quale, sopra un piccolo piedistallo, si eleva un terminale a pigna da cui escono vari getti d’acqua.
Su Piazza dei Quiriti si affaccia la chiesa di S.Gioacchino (nella foto 1), inaugurata nel 1898 secondo il progetto dell’architetto Raffaele Ingami, in collaborazione con Lorenzo De Rossi, ma ultimata soltanto nel 1911 ed affidata ai Padri Redentoristi. La chiesa fu voluta personalmente da Papa Leone XIII in occasione del suo giubileo sacerdotale da poco trascorso (1887): la cerimonia di posa della prima pietra si tenne il 1º ottobre 1891 e la chiesa venne dedicata a S.Gioacchino, padre della Vergine Maria e nome di battesimo del pontefice stesso. I fondi per la costruzione della chiesa furono reperiti in seguito all’appello fatto alle nazioni cattoliche: in 27 risposero e 14 di esse acquistarono anche una cappella all’interno che così venne a loro dedicata e sono Brasile, Portogallo, Baviera, Polonia, Canada, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Irlanda e Argentina.
Bella la cupola, doppia e con un’ossatura in ferro; la copertura esterna invece è in alluminio (qui utilizzato per la prima volta) ed è traforata da una serie di grandi stelle che illuminano suggestivamente l’interno della chiesa. La calotta è ornata all’esterno da una serie di angeli fusi in ferro e la lanterna sostiene un grande ostensorio. Sull’esterno dei tetti della navata e del transetto corre un fregio in ferro con gli emblemi dello stemma di Leone XIII, cipressi, stelle e gigli.
La facciata presenta un portico (nella foto 2) con sei colonne monolitiche, in marmo grigio dei Pirenei, e due pilastri, di granito rosso di Baveno, con capitelli corinzi: la scritta nella cornice ricorda la consacrazione del tempio in onore di S.Gioacchino e del giubileo episcopale di Papa Leone XIII.
L’attico, modanato ad edicole, presenta un grande mosaico (nella foto 3), opera di Virginio Monti, raffigurante l’Adorazione eucaristica in riparazione del mondo cattolico: nell’opera si vedono, in primo piano, cinque figure allegoriche che rappresentano i continenti ed al centro un altare su cui è posto l’ostensorio tra angeli adoranti, accanto al quale sono riconoscibili Papa Clemente VIII (a sinistra) inginocchiato e Papa Leone XIII (a destra) che invita alla preghiera eucaristica i fedeli di tutto il mondo per fare ammenda degli atti di profanazione compiuti in Francia e in altri paesi durante la Rivoluzione francese e nel periodo napoleonico.
Al di sopra è posta una statua in bronzo, alta 3 metri e raffigurante “S.Gioacchino con la piccola Maria“, opera di André Vermare. Più arretrata la fronte della navata centrale, in stile neoromanico, ornata da angeli in adorazione e da una Croce sulla sommità posta sul globo terracqueo. La chiesa, eretta a parrocchia nel 1905, è a tre navate, alle quali si accede tramite tre porte realizzate con cedro del Libano: in particolare, quella centrale è affiancata da due colonne donate dallo Zar di Russia, sopra la quale si trova una lunetta raffigurante il “Salvatore“.