Palazzo Ricci

palazzo ricci

Palazzo Ricci si affaccia sulla piazza alla quale dà il nome (nella foto sopra), formando un angolo caratterizzato nel prospetto dalla decorazione a graffito, che risale al 1525, opera di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze. Il palazzo, nato come proprietà dei Calcagni, nobili toscani presenti a Roma dalla fine del Quattrocento, fu eretto da Nanni di Baccio Bigio e passò poi ai Del Bene, ai quali si deve la splendida decorazione che rende l’edificio tanto originale. Durante il Rinascimento, a Roma, era consuetudine far decorare agli artisti le facciate delle abitazioni: l’affresco di un artista come Polidoro conferma l’importanza del committente.

storie di muzio scevola a palazzo ricci
1 Dettaglio di “Storie di Muzio Scevola”

Queste decorazioni richiedevano inventiva, padronanza della prospettiva e, soprattutto, grande destrezza, perché la pittura doveva essere finita prima che l’intonaco fresco asciugasse. Nel 1533 i Del Bene vendettero il palazzo a monsignor Fabio Arcella, arcivescovo di Capua e Bisignano, che lo fece ingrandire. Nel 1542 la proprietà divenne di Luigi Gaddi e da questi a Costanza Farnese, figlia di Papa Paolo III Farnese, che venne ad abitarvi e lo ampliò ancor di più. Alla sua morte, avvenuta nel 1545, la proprietà passò al figlio, il Cardinale Guido Ascanio Sforza, finché nel 1577 fu acquistato da Giulio Ricci. Notevole fu l’impegno della famiglia nella ristrutturazione dell’edificio ma estrema cura fu data al restauro della decorazione esterna. Nell’Ottocento Luigi Fontana aggiunse la decorazione del secondo e terzo piano e restaurò le altre. Altro restauro il palazzo lo ebbe nel Novecento con Monsignor Giuseppe Ricci Paracciani Bergamini, che fece rinnovare in particolare quelle più antiche al pianterreno: nella foto 1 episodi della “Storia di Muzio Scevola”.

madonnella su palazzo ricci
2 Madonna dell’Orazione

Si noti all’angolo del palazzo con Via di S.Aurea un baldacchino di stucco (nella foto 2), al di sotto del quale è collocata una cornice ovale, anch’essa di stucco, al cui interno è situata un’immagine seicentesca, dipinta a olio, della “Madonna dell’Orazione“, così chiamata perché raffigurata a mani giunte in atteggiamento di preghiera. Intorno alla cornice pendono festoni di fiori e nastri, mentre sopra si trova una ricca ghirlanda di rose e, inferiormente, una testina alata.