Palazzo Mattei di Giove (nella foto sopra), situato in via Michelangelo Caetani 32, fa parte della cosiddetta “isola Mattei” (insieme agli altri edifici di Giacomo Mattei, di Mattei di Paganica e di Alessandro Mattei) e fu costruito per volere di Asdrubale Mattei, duca di Monte Giove (da cui il nome del palazzo), al posto di alcune case di famiglia demolite. I lavori iniziarono nel 1598 su progetto di Carlo Maderno e terminarono nel 1617, con la costruzione del braccio di collegamento dell’edificio con il palazzo di Alessandro Mattei.
L’edificio sviluppa su tre piani con un duplice ingresso da due portali, uno in asse con i due cortili (quello su via dei Funari) e l’altro con la scala (nella foto 1, con la scritta “ASDRUBAL MATTH“), ricca di stucchi di Donato Mazzi. Le finestre del pianterreno e del piano nobile sono architravate, le altre riquadrate e due marcapiani a cornice dividono i due ordini del prospetto. A coronamento un bel cornicione con motivi araldici dei Mattei e dei Gonzaga ed un’altana con loggiato.
Il primo cortile (nella foto 2), progettato dal Maderno per contenere la collezione di marmi antichi del duca Mattei, ha le pareti interamente rivestite di frammenti antichi di varia natura (fronti di sarcofagi, rilievi, epigrafi, iscrizioni) tutti collocati dentro elaborate cornici di stucco, agli angoli delle quali compare lo stemma dei Mattei associato con l’aquila dei Gonzaga: Asdrubale era, infatti, sposato con Costanza Gonzaga, imparentata con la potente famiglia degli Asburgo. Il cortile è impreziosito dalla presenza di alcune statue romane che raffigurano personaggi maschili, creduti un tempo ritratti di imperatori romani. Le famose collezioni che un tempo riempivano il palazzo sono andate disperse in varie vendite ed ornano oggi molti musei e raccolte private in Italia ed all’estero.
Nel secondo cortile-giardino vi è una fontana (nella foto 3), caratterizzata da un mascherone grottesco che versa l’acqua in un elegante sarcofago strigilato adorno di due protomi leonine simmetriche, sollevato su due scalini e poggiante su due sostegni di travertino. Dopo l’estinzione della famiglia Mattei di Giove, avvenuta alla fine del Settecento, il palazzo venne ereditato dagli Antici Mattei, a seguito del matrimonio tra l’ultima Mattei, Marianna, ed il marchese Carlo Teodoro Antici di Recanati, zio di Giacomo Leopardi: l’illustre poeta soggiornò in una stanza del terzo piano tra il 1822 ed il 1823, ospite della famiglia. Dal 1938 il palazzo è di proprietà dello Stato ed attualmente vi ha sede il Centro italiano di studi americani, la Biblioteca e l’Istituto di storia moderna e contemporanea. La parte del palazzo che sviluppa sulla destra, ai numeri civici 33, 34 e 35, e realizzata per ultima, presenta tre porte ad arco con cartiglio in chiave che attualmente introducono a tre rimesse.
In particolare, al di sopra del civico 35 è situata la “Madonna della Tenerezza” (nella foto 4), una Madonnella qui collocata nel 1826 da Lorenzo Mattei in segno di riconoscenza per essere scampato ad un’epidemia. Il dipinto è ad olio su tela di forma ovale, in stile barocco databile al XVII secolo. Raffigura la Vergine che tiene il Bambino seduto in grembo in atteggiamento affettuoso. La cornice in stucco è decorata con borchie stellate. Sopra il dipinto è situata una coroncina di rose, dalla quale scendono festoni vegetali legati da un fiocco. L’edicola è completata da un baldacchino a pagoda che la protegge e da una lanterna a braccio in ferro battuto. Infine vi è da segnalare la targa affissa nel luogo dove, il 9 maggio 1978, venne ritrovato, all’interno di un’automobile, il corpo di Aldo Moro, qui appostavi dal Comune di Roma nel primo anniversario della morte.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Palazzo Mattei di Giove di G.Vasi