Via del Monte della Farina collega via del Sudario a piazza Benedetto Cairoli ed il suo nome deriva dalla presenza in questa zona di Uffici del Monte delle Farine, o Monte Frumentario. Questa istituzione, sorta alla fine del Quattrocento, era accomunata ai Monti di Pietà per movente ideologico e finalità ma diversamente da questi, che effettuavano prestiti in denaro, concedeva in prestito grano ed altri prodotti della terra al fine di sottrarre i bisognosi (in questo caso specifico i contadini) al prestito usuraio.
All’angolo di Via del Monte della Farina con via del Sudario vi è un avviso (nella foto 1) risalente al 1727 con diffida di gettare immondizie che così recita: “SI PROIBISCE ESPRESSAMENTE A QUALUNQUE PERSONA DI GETTARE IMMONDEZZA DI SORTA ALCUNA INTORNO DETTA CHIAVICA SOTTO PENA DI SCUDI DIECI DA APPLICARSI UN TERZO ALL’ACCUSATORE CHE SARÀ TENUTO SEGRETO ED ALTRE PENE CORPORALI IN CONFORMITÀ DELL’EDITTO PUBBLICATO DA MONSIG PRESIDENTE DELLE STRADE SOTTO LI XXVI SETTEMBRE MDCCXXVII“. Notare che per convincere il popolo a segnalare la persona che avesse gettato “immondezza”, l’editto indica che un terzo della pena sarà assegnata all’anonimo accusatore.
Il tratto iniziale è occupato, sulla destra, dal grande complesso del Convento dei Teatini, mentre più avanti, al civico 19, è situato un palazzo (nella foto 2), caratterizzato dal forte bugnato del pianterreno e dal bugnato liscio dei tre piani superiori e soprattutto dalla lunga iscrizione che così recita: “HEIC UBI IGNOBILES NUPER TABERNAE RUDERA PREMEBANT PORTICUS CN POMPEII CUI CONTINENS ERAT CURIA C IUL CAESARIS NECE INSIGNIS SODALITAS TEUTONUM DE ANIMA NOBILIORES HAS AEDES EXSTRUENDAS CURAVIT ANNO AB URBE CONDITA MMDCXLVI ANNO DOMINI MDCCCXCIII“. Si allude alle taverne che ricoprivano i ruderi del portico di Gneo Pompeo e della Curia nella quale fu ucciso Gaio Giulio Cesare, demolite le quali l’insigne Compagnia dei Teutoni di S.Maria dell’Anima fece erigere questa casa nell’anno 2646 dalla fondazione di Roma o nell’anno del Signore 1893.
A conferma del fatto che questo edificio sorge sul luogo della Curia di Pompeo, si volle qui ricollocare la statua di Pompeo Magno (una copia, ovviamente, in quanto l’originale si trova a palazzo Spada) ai piedi della quale Cesare fu assassinato: come possiamo vedere nella foto 3, la statua è situata in una nicchia del cortile, in asse con il portale di ingresso.
Segue poi al civico 30 un edificio appartenuto alla scuola di calzolai germanici, come confermato dall’iscrizione “SCHOLA SUTORUM VERE GERMANICORUM AD TURRIM D H COSSEBADE DE COSSLIN RESTAURATA AUCTA A D MDCCCIIC“. Quest’edificio, come ricorda anche l’iscrizione, ingloba una torre medioevale in blocchetti regolari di tufo databile al XIII secolo (nella foto 4) di cui rimane visibile (dal cortile interno) un solo lato. Uno studio del 1990 ha ipotizzato il fatto che questa torre fosse un tempo allineata con i resti di altre due torri, anch’esse inglobate in edifici di diversa origine: una è quella situata in vicolo dei Chiodaroli 15, l’altra in via dei Chiavari 38. Tutto ciò ha fatto supporre che potrebbe trattarsi dei resti di un grande complesso fortificato, costituito da un palazzo e da una torre principale (da identificare con palazzo Orsini e la Torre Arpacata) e da una serie di torri collegate tra loro da un muro: in effetti, proprio ai lati della torre qui situata sono stati individuati resti di muro in tufelli ed una colonna incastonata nel muro, visibile nell’adiacente Via di S.Anna.