Via di S.Eustachio collega la Salita dei Crescenzi a via della Palombella e prende il nome dalla chiesa di S.Eustachio che prospetta sulla via con la sua parete laterale, a ridosso della quale sono state rialzate due colonne monolitiche di granito (nella foto in alto sotto il titolo) rinvenute nel 1934 sotto la piazza di S.Luigi de’ Francesi e provenienti dalle “Terme Neroniane” o “Alessandrine”, costruite da Nerone intorno al 62 d.C. e restaurate da Alessandro Severo nel 227 (quando presero il nome di “Thermae Alexandrinae“). Le terme occupavano la zona oggi compresa tra piazza della Rotonda e Corso del Rinascimento (in senso longitudinale est-ovest) e tra via del Pozzo delle Cornacchie-via di S.Giovanna d’Arco e la Salita dei Crescenzi (con l’asse principale in senso nord-sud), per uno spazio di circa metri 190 x 120.
La pianta dell’edificio (nella piantina 1 inserita nella topografia attuale) ci è nota grazie ad alcuni disegni del Rinascimento (in particolare del Palladio e di Antonio da Sangallo il Giovane) dai quali si può notare un impianto con al centro, da nord a sud, gli ambienti della “natatio“, dell’aula basilicale, del tepidario e del calidario fortemente absidato e sporgente dal blocco dell’edificio; sui due lati est ed ovest, simmetricamente disposti da una parte e dall’altra, si nota un grande peristilio (all’altezza della “natatio“) identificabile con la palestra, con un’ampia abside verso l’esterno, seguito in asse da una grande aula al fianco del tepidario e da quattro ambienti affiancati ai lati del calidario. Le terme, costruite a breve distanza dalle “Terme di Agrippa“, inizialmente ne divisero l’approvvigionamento idrico con l’acquedotto dell’Acqua Vergine, fino al rifacimento alessandrino, quando furono rifornite con l’Acquedotto Alessandrino. Di queste terme restano soltanto, oltre a queste due colonne, altre due che furono inserite nel 1666 nel pronao del Pantheon per sostituirne due mancanti, la colonna di granito rosa rinvenuta nel 1875 sotto la Salita de’ Crescenzi e collocata nel 1896 davanti alla Breccia di Porta Pia, nonché avanzi al di sotto di palazzo Madama, palazzo Giustiniani, palazzo Mazzetti di Pietralata e palazzo Patrizi.
Al civico 8 è situato Palazzo Melchiorri Aldobrandini (nella foto 2), fatto costruire nella seconda metà del Cinquecento da monsignor Girolamo Melchiorri, chierico di Camera. Nel 1866 il palazzo fu acquistato da Camillo Aldobrandini ma pochi anni dopo, nel 1873, divenne proprietà del Comune, che provvide al taglio della parte posteriore dell’edificio che si affaccia su via della Rotonda in occasione dei lavori di allargamento per isolare il Pantheon. Il bel portale presenta protomi leonine e pulvini decorati con bastone orizzontale, stemma dei Melchiorri. Oltre a finestre con cornice o architravate, l’edificio presenta anche un ricco cornicione su mensole decorate da gigli e rosoni.