Il Ponte dei Fiorentini o “ponte de fero“, come lo chiamavano i romani per la sua struttura metallica, era situato all’altezza della chiesa di S.Giovanni dei Fiorentini, come si può notare anche nella foto sopra, dove la cupola fa da sfondo al ponte. Il ponte, costruito tra il 1861 ed il 1863 su progetto dell’ingegnere Raffaele Canevari e dell’ingegnere Montgolfier Bodin da una società anonima francese, aveva fiancate a traliccio e lastricato e marciapiedi a tavole di legno, il tutto sospeso con grossi cavi e tiranti. Inizialmente venne adibito al transito di veicoli (allora, ovviamente, a trazione animale) ma in seguito venne riservato ai soli pedoni. Quale compenso per le spese sostenute per la costruzione, il governo pontificio concesse alla società il diritto di pedaggio a tariffa unica stabilita in cinque centesimi, un “soldo” cioè, per un periodo di 99 anni: per questo motivo fu chiamato il “ponte del soldo” o, più dolcemente, il “ponte del soldino“. Erano esclusi dal pagamento i militari, i gendarmi in servizio ed i frati mendicanti scalzi. La domenica di Pasqua il transito era, invece, gratuito per tutti. Un cartello collocato all’ingresso del ponte, verso l’abside della chiesa di S.Giovanni dei Fiorentini, diceva: “Il pedaggio si paga all’altra sponda“, ossia in prossimità di Palazzo Salviati. Un bel giorno, durante una delle piene del Tevere, comparve un cartello che, poeticamente ed a rima, diceva: “Sempre che prima non t’inghiotta l’onda“. L’appaltatore del pedaggio, forse indispettito dalla inattesa ma pertinente battuta, pensò di cambiare la scritta: “All’altra sponda si paga il pedaggio“. Dopo un’altra piena del fiume, il solito buontempone tornò a scrivere in rima: “Se non ti mancano i soldi e il coraggio“. Il ponte venne demolito il 15 luglio 1941 e sostituito l’anno successivo (anche se 100 metri più a monte) dal Ponte Principe Amedeo.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Ponte dei Fiorentini di E.Roesler Franz