Ponte Duca d’Aosta, conosciuto anche come Ponte del Foro Italico, è dedicato ad Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, comandante della III Armata durante la Prima Guerra Mondiale. L’Armata visse momenti difficili per la ritirata di Caporetto ma seppe riconquistare le posizioni avanzando con rapidità agli ordini del Duca. Il Ministero dei Lavori Pubblici bandì, nel 1935, un appalto per la progettazione e realizzazione del ponte, a cui parteciparono molte ditte specializzate: furono presentati 18 progetti, tra cui anche quello dell’ingegnere Enrico Del Debbio, che aveva realizzato il Foro Mussolini (oggi Foro Italico), ma fu scelto quello dell’architetto Vincenzo Fasolo e così l’appalto dei lavori fu aggiudicato all’impresa Allegri che si avvalse dell’opera dell’ingegner Antonio Martinelli, coadiuvato dall’ingegner Serra. Il ponte, iniziato il 21 giugno 1936, fu completato nel 1939 ed entrò in funzione il 26 marzo di quello stesso anno per collegare il quartiere Flaminio al Foro Mussolini.
Severi cippi marmorei, posti alle testate del ponte, recano scolpite scene di guerra relative ad episodi della Prima Guerra Mondiale, svoltisi sui fiumi Isonzo, Tagliamento, Sile e Piave. Gli scultori di tali opere furono Ercole Drei, Domenico Ponzi, Oddo Valenti e Vico Consorti. Il ponte collega il Lungotevere Flaminio a piazza Lauro De Bosis, misura metri 222,30 in lunghezza, metri 30 in larghezza e presenta un’arcata centrale in cemento armato più due arcate laterali minori, che non poggiano sul fiume ma sulle sponde, con funzione di sfiatatoi in caso di grandi piene. La grande arcata centrale è lunga metri 100 ed è realizzata tramite costoloni di altezza variabile che rendono la struttura snella ed elegante. L’intera opera è rivestita in travertino di Tivoli.