L’Arco de’ Tolomei (nella foto sopra), situato tra la via omonima e Via dei Salumi, prende il nome dall’antica famiglia senese dei Tolomei che, tramite un suo autorevole membro, Giovanni, si stabilirono a Roma nel 1358. I Tolomei diedero alla città personaggi di rilievo come Raimondo, che fu Senatore di Roma nel 1376, Francesco, figlio di Giovanni, che nel 1459 fu venditore di grano al Palazzo Apostolico, e Jacopo, che nel 1461 ricoprì la carica di Vice Castellano di Castel S.Angelo. L’arco era conosciuto anche con il nome di “de Bondiis“, dall’omonima famiglia romana che deteneva la proprietà precedentemente. L’arco, in laterizio, fu costruito probabilmente per comodità del pubblico transito e si presenta incorniciato da una fitta ghiera di mattoni e sormontato da undici testate di piccole travi in marmo. L’arco fu restaurato nel 1928, come indica la scritta posta sotto il cornicione delle due attigue finestre superiori: “ANNO SEXTO MDCCCCXXVIII AMPL ET REST“, ovvero “Anno Sesto (dell’Era Fascista, che andava dal 28 ottobre 1927 al 27 ottobre 1928) – 1928 – ampliato e restaurato”.
A destra dell’arco si può notare una muratura antica di una casa in laterizi per il distacco dell’intonaco: si tratta dell’antica “Torre de’ Tolomei” (nella foto 1 e nella foto in alto), risalente al XIII secolo, oggi irriconoscibile in quanto “scapitozzata”, ovvero privata a seguito di taglio dei piani alti e quindi più bassa degli edifici adiacenti (i quali, va precisato, sono costruzioni di età moderna), ma che nel Medioevo doveva risultare, come si vuole ad una torre che si rispetti, più alta degli edifici contigui.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Arco dei Tolomei di E.R.Franz