Porta Portese

porta portese

Porta Portese (nella foto sopra) fu costruita nel XVII secolo in sostituzione dell’antica “porta Portuensis” (dalla quale ne deriva il nome per deformazione) che si apriva nella cinta delle Mura Aureliane. La porta antica era posta un centinaio di metri più a sud e prendeva il nome dalla “via Portuensis” che da essa usciva e che conduceva ai porti di Claudio e di Traiano. Onorio e Arcadio, negli anni 401-402, per far fronte ad eventuali attacchi dei Goti, effettuarono importanti e massicci lavori di rinforzo e restauro dell’intera cinta aureliana: i due ingressi di alcune porte furono allora ridotti ad uno solo ma la “porta Portuensis“, come risulta dalla documentazione pervenuta, fu l’unica che mantenne i due fornici originari, per il motivo evidente di agevolare maggiormente i traffici commerciali con “Portus” (l’odierna Fiumicino), la città sorta tra le due zone portuali di Claudio e di Traiano. Nel 1643 Papa Urbano VIII Barberini commissionò la costruzione delle Mura Gianicolensi agli architetti Giulio Buratti e Marcantonio De Rossi, con l’intento di racchiudere entro le mura il Gianicolo.

stemma pamphilj su porta portese
1 Stemma di Innocenzo X Pamphilj

Porta Portese, arretrata un centinaio di metri più a nord rispetto alla “Portuensis” ma sullo stesso asse stradale, venne ultimata l’anno successivo, nel 1644, sotto il pontificato del nuovo pontefice Innocenzo X Pamphilj, come evidenziato dallo stemma (nella foto 1) posto sopra il fornice. La porta, sostenuta da quattro colonne su alto stilobate, presenta un architrave con balaustra e due nicchie laterali rimaste inspiegabilmente vuote. Lo spiazzo creatosi in seguito all’apertura della nuova porta diede vita, nell’ultimo dopoguerra, al tradizionale ed oramai conosciutissimo mercato di Porta Portese. In passato un mercato del genere si svolgeva in piazza della Cancelleria, ma il mercato di Porta Portese fu la continuazione del fiorente mercato nero che si svolgeva a Tor di Nona durante gli anni duri della Seconda Guerra Mondiale.