S.Maria dell’Orto

s.maria dell'orto

S.Maria dell’Orto (nella foto sopra), situata in via Anicia, deve il suo nome all’immagine della Vergine che vi si venera e che anticamente si trovava accanto al portale di un orto situato nelle vicinanze. La leggenda narra che intorno al 1488 un uomo affetto da un male incurabile avesse fatto voto ad un’immagine della “Madonna con Bambino” dipinta su un muro che se fosse guarito avrebbe tenuto una lampada sempre accesa dinanzi alla Madonna. L’uomo guarì e, oltre a mantenere la promessa fatta, fece erigere anche una piccola cappella grazie all’aiuto economico delle corporazioni di arti e mestieri chiamate “università”, i cui singoli aderenti si unirono poi in una Confraternita, approvata come tale da papa Alessandro VI nel 1492. I lavori per la costruzione della nuova chiesa iniziarono già nel 1494 ma languirono, per scarsità di fondi, fino al 1513: ripresi nel 1523, fu solo dal 1541 che, sempre con alterne fortune, i lavori proseguirono fino all’ultimazione avvenuta nel 1585. Inizialmente previsto a pianta centrale, il progetto fu trasformato a pianta longitudinale da Guidetto Guidetti, l’architetto allievo di Michelangelo Buonarroti.

università dei pizzicaroli a s.maria dell'orto
1 Lapide dell’Università de Pizzicaroli del 1756

Purtroppo sono storicamente privi di ogni fondamento gli interventi attribuiti a Michelangelo stesso, a Giulio Romano ed a Martino Longhi il Giovane. La facciata, progettata dal Vignola ma portata a termine da Francesco da Volterra, si presenta a due ordini spartiti da paraste, con portale ad arco fra due colonne ed ornata da una fila di piccoli obelischi con la croce e da un orologio settecentesco. L’iscrizione, che corre lungo la trabeazione, così recita: “AEDICULAM DIRUPT(AM) VIRG(INIS) DEIPAR(AE) HORTENSISQUE IN HANC AEDEM MUTARUNT SOCII DEDICAR(UNT) HOSPITIO AUXER(UNT) AD EGENOS ALEN(DOS) SUO SUMPTU ET RELIG(IONE)”, ossia “La cappella rovinata della Vergine madre di Dio e dell’Orto i confratelli trasformarono in questa chiesa, la dedicarono, vi aggiunsero un ospizio per nutrire i poveri a proprie spese e con devozione”. Il sodalizio, elevato ad Arciconfraternita nel 1585, era aperto anche alle donne che però si limitavano a fruire delle indulgenze e non avevano accesso agli incarichi. Esso riuniva ben 13 “Università” (le associazioni di mestiere che erano l’equivalente delle corporazioni), un termine derivante dal latino “universitas“, che significava “unione, associazione”, ma qui inteso proprio nel senso di “aggregazione di tutti coloro che praticano la stessa attività”.

università dell'ortolani a s.maria dell'orto
2 Lapide dell’Università dell’Ortolani del 1748

L’Arciconfraternita aveva anche istituito accanto alla chiesa un ospedale (cessato nel 1798 ed espropriato nel 1852, oggi è una casa di abitazione) che le varie Università dei Pizzicaroli, Vignaroli, Ortolani, Fruttaroli, Scarpinelli (ovvero i ciabattini) o Pollaroli avevano eretto per i propri iscritti: nella foto 1 la lapide di intitolazione dell’Università de Pizzicaroli, nella foto 2 dell’Università dell’Ortolani.

altare di s.maria dell'orto
3 Altare maggiore

L’interno di S.Maria dell’Orto, a tre navate con cappelle laterali, custodisce un pavimento policromo settecentesco di Gabriele Valvassori, l’altare maggiore (nella foto 3) di Giacomo Della Porta e varie opere d’arte come “l’Assunzione di Maria” del Calandrucci, il “Battesimo di Gesù” di Corrado Giaquinto e “l’Annunciazione” di Federico Zuccari. Da segnalare le molte opere di Giovanni Baglione, che qui lavorò nell’arco di ben 43 anni. L’attiguo piccolo oratorio della chiesa è un autentico e sconosciuto gioiello del barocco. Accanto si trova la cosiddetta “Aula del Vestiario”, interessante non solo per il soffitto cinquecentesco in legno policromo ma anche per le numerose epigrafi dipinte che ricordano i lasciti a favore dell’Arciconfraternita. Non si può non rammentare che S.Maria dell’Orto è stata utilizzata molto spesso come set cinematografico: in particolare fu prescelta ed utilizzata per tutte le scene girate all’interno della chiesa nel celebre film di Roberto Rossellini, “Roma Città Aperta“, del 1945, con le grandi partecipazioni di Aldo Fabrizi nei panni di don Pietro e di Anna Magnani nella parte di Pina.

La chiesa osserva i seguenti orari:

Lunedì 14.00 – 18.00
Martedì 10.00 – 18.00
Mercoledì 10.00 – 14.00
Giovedì 10.00 – 18.00
Venerdì 10.00 – 18.00
Sabato 10.00 – 13.00

La Domenica solo per il tempo strettamente necessario per la S.Messa delle ore 11.00.