Via della Luce prende il nome dalla chiesa di S.Maria della Luce (nella foto sopra) che qui si affaccia, anche se precedentemente la via era denominata “via delle Rimesse“, a causa delle stalle di sosta e di cambio dei cavalli, ed anche “via dei Morticelli“, a causa del piccolo cimitero dell’ospedale (non più esistente) di S.Maria dell’Orto. Anche la chiesa in passato aveva un altro nome, ovvero “S.Salvatore della Corte“: esistono varie ipotesi circa il toponimo “corte”, ma quella più accreditata crediamo sia quella da riferirsi al vicino “Excubitorium” della “VII Coorte dei Vigili”, che per lo stesso motivo ritroviamo anche in altre chiese della zona, come “S.Biagio de Curte” e “S.Lorenzo de Curtibus“. La chiesa di “S.Salvatore” fu fondata, secondo la tradizione, nel III secolo da S.Bonosa, poi trasformata in chiesa da Giulio I nel IV secolo, anche se le prime testimonianze documentate risalgono al papato di Giovanni XV (985-996) e poi ad una bolla papale di Callisto II nel 1121. Nel XII secolo la chiesa venne restaurata per volontà di papa Pasquale II: di questo periodo rimangono tuttora l’abside, il transetto ed il campanile (visibile soltanto da un piccolo cortile di una casa vicina), alto circa 19 m, con base quadrata, composto da quattro piani e decorato con 17 scodelle di ceramica monocroma islamica, anche se, purtroppo, prima del restauro del 1970 erano ben 40. La denominazione di S.Maria della Luce avvenne in seguito ad un evento miracoloso avvenuto nell’anno 1730: la leggenda narra che all’interno di una casa situata nel vicino vicolo delle Due Mole, sulla cui parete esterna era situata un’immagine di “Madonna con Bambino”, un cieco invocò aiuto per aver udito rumori tipo caduta di calcinacci. Improvvisamente il poveretto “vide” sulla parete l’immagine della Vergine circondata di luce ed uscì fuori gridando, impazzito di gioia, “Luce, luce!”. L’immagine divenne così oggetto di grande devozione ed altri due fedeli in preghiera ebbero in visione la “Vergine della Luce”, come venne da allora denominato il dipinto, probabilmente proprio per aver ridato la “luce” a chi non la vedeva. In quello stesso anno i Padri Minimi di S.Francesco di Paola, ai quali dal 1728 papa Benedetto XIII aveva affidato la chiesa di “S.Salvatore”, furono autorizzati da papa Clemente XII a staccare l’affresco dalla parete della casa ed a trasportarlo nella chiesa: con l’occasione, ma soprattutto grazie alle consistenti offerte dei fedeli che vollero così rendere l’edificio degno di ospitare la Sacra Immagine, la chiesa fu ricostruita sotto la direzione di Gabriele Valvassori e dedicata a S.Maria della Luce.
L’interno presenta tre navate ed un’elegante decorazione a stucchi; gli affreschi del catino absidale sono da attribuirsi al grande pittore Sebastiano Conca, al quale si deve anche il “Salvatore” nel tabernacolo, mentre il veneratissimo affresco della “Madonna della Luce” (nella foto 1) si trova sull’altare maggiore. La facciata, invece, rimasta incompiuta, fu realizzata soltanto nel 1821, su progetto di Bartolomeo Candussi, come ricorda anche l’epigrafe situata sopra l’oculo che sovrasta il portale: “DEO SALVATORI DE CURTE AC B.V.M. BARTHOLOMÆUS CANDUSSI FRONTEM TEMPLI HUIUS PERFECIT AN MDCCCXXI“, ovvero “A Dio Salvatore della Corte e alla Beata Vergine Maria Bartolomeo Candussi costruì la facciata di questo tempio nell’anno 1821”.