Via della Paglia collega piazza di S.Maria in Trastevere a Via Luigi Masi ma fino al 1870 era divisa in due tratti: il primo, dal civico 1 al 13, ovvero da piazza di S.Maria in Trastevere fino all’incrocio con piazza di S.Egidio, era denominato via del Cimitero di S.Maria in Trastevere, mentre l’altro, costeggiando il monastero di S.Egidio e fino a via Luigi Masi, era chiamato via dei Fienili per la presenza dei magazzini di foraggio per i cavalli. Il cimitero, oggi scomparso, da cui evidentemente la via prendeva il nome, era annesso all’oratorio dedicato a S.Giuseppe, a Maria Santissima Addolorata ed alle Anime del Purgatorio (nella foto sotto il titolo), costruito nel 1819 dall’architetto Domenico Servi per volere dell’Arciconfraternita di Maria Santissima Addolorata in suffragio delle Anime Sante del Purgatorio. Fino all’Ottocento il cimitero ebbe grande rinomanza in quanto, durante l’ottavario dei Morti, vi si svolgevano sacre rappresentazioni con statue di cera al naturale, in ricordo delle anime dei defunti, realizzate da artisti di buona fama, tra i quali anche Bartolomeo Pinelli. Degna di nota anche la facciata dell’oratorio, costituita da un bel portale marmoreo con architrave, sormontato da un finestrone arcuato e da un oculo.
La struttura laterale (nella foto 1), sormontata da un timpano spezzato triangolare, custodisce una fotografia della “Pietà” di Michelangelo sotto la quale una scritta così recita: MATER DOLOROSA ORA PRO NOBIS, ovvero “Madre dolente (o addolorata) prega per noi”. Al di sotto è situata una finestrella riquadrata con due scritte: la prima, nella parte superiore, dice che QUIS TRANSITIS PER VIAM ATTENDITE ET VIDETE, ovvero “Voi che transitate per la via osservate e riflettete”; l’altra scritta, situata nella parte inferiore, dice che VIS MORTUOS HONORARE? FAC ELEMOSINAS, ovvero “Vuoi onorare i morti? Fa’ elemosine”; naturalmente tutte queste scritte debbono essere ricollegate all’antica destinazione funeraria dell’edificio. Dalla strada è scarsamente visibile un bel campanile a vela con due campane e croce medioevale. L’interno, a navata unica, custodisce un Cristo ligneo sull’altare e due lapidi marmoree a ricordo dei restauri effettuati durante il pontificato di Pio IX nel 1877 e degli speciali benefici spirituali concessi da Leone XII nel 1824 a chi avesse visitato l’oratorio. L’edificio, restaurato nel 1992, oggi è concesso in uso alla Comunità di S.Egidio.