Vicolo del Bologna presenta un atipico andamento ad Y rovesciata e collega via Benedetta con vicolo del Cinque con il tratto più lungo e piazza della Scala con quello più breve. Il suo nome deriva dal falegname Mastro Girolamo detto “Bologna”, in quanto nativo del capoluogo emiliano, che nel Cinquecento prestò la propria opera per la fabbrica dell’Aracoeli, come risulta dall’elenco dei pagamenti ad artigiani effettuati il 7 giugno 1544: “scudi 12 pel palco eh’ ha fatto in la loggia de Aracoeli dove mangia il Papa”.
L’artigiano avrebbe vissuto nella torre, oggi probabilmente mozzata, situata ai civici 24-25 (nella foto 1) e frapposta tra due case leggermente più basse; la torre conserva una lapide con la scritta: “TURRIS HAEC OLIM BOLOGNA AVITIS HODIE FLAVIUS ALIOTTI RESTAURAVIT A D MCMLX”, ovvero “Questa torre un tempo degli antenati Bologna oggi Flavio Aliotti restaurò nell’Anno del Signore 1960”.
La visita di Vicolo del Bologna inizia all’altezza del civico 7, dove possiamo ammirare una bellissima Madonnella del Settecento (nella foto 2) posta all’interno di una cornice in stucco circondata da quattro teste di cherubini e protetta da un baldacchino a cupola, dal quale pende un lampioncino e sostenuta da una mensola con le lettere “G. P. F.(ece) F.(are)”. Caratteristiche le incisioni con i nomi dei proprietari ai civici 79-80 (Biagio Belfiore), 15 (Filippo Piccioni) e 6-10 (Desiderio Pagnoncello).
All’altezza del civico 53 troviamo un’altra torre (nella foto 3), parzialmente inglobata in una casa, sulla quale è situato uno stemma ed un fregio antico. Come in altre vie romane, anche questo vicolo è caratterizzato da marmi antichi incastonati negli edifici, in particolare due tabelle appartenenti a colombari del I secolo d.C.
La prima tabella così recita: “D M AEMILIO FELICITAS CUM FILIIS B M” (ovvero “Agli dei Mani, ad Emilio benemerito Felicita con i figli”); la seconda tabella (nella foto 4) “D M VALERIAE PELORIDI HERMES CONIUGI MERENTI FECIT” (ovvero “Agli dei Mani, a Valeria Peloride Ermete fece alla moglie benemerita”). Un pezzo di colonna con capitello, un mascherone ed un piccolo fregio integrano la piccola raccolta archeologica pagana ed un’edicola mariana, indizio invece di Roma cristiana, sovrasta il portone bugnato al civico 37.
Un’altra edicola è situata al civico 40: è la Madonna Addolorata (nella foto 5), racchiusa in una cornice di stucco e con la scritta “Maria Mater gratiae ora pro nobis”. Questa Madonnella, secondo la leggenda, appartiene alla folta schiera di Sacre Immagini che nel 1796 mossero gli occhi per deplorare il comportamento anticlericale di Napoleone Bonaparte: le altre sono la Madonna della Provvidenza, la Madonna dell’Arco dei Pantani, la Madonna dell’Archetto, la Madonna Addolorata, la Madonna del Rosario e quella posta nella chiesa di S.Niccolò de’ Prefetti.