Villa Aurelia (visibile nella foto sopra), situata al civico 1 di Largo Porta S.Pancrazio, appartenne al cardinale Gerolamo Farnese che la fece costruire intorno al 1650 “sopra uno dei torrioni vecchi della città in modo tale che sembrasse più tosto loggia che habitatione“, come risulta in un documento dell’Archivio di Stato di Roma. A fianco della nuova costruzione si trovava una casa appartenente ad Alessandro Farnese, poi Paolo III, che il cardinale Gerolamo fece ornare con pitture. “Villa Farnese” (così era chiamata a quei tempi) era costituita di due piani: al pianterreno, ad arcate cieche, erano situate sei finestre ed un portone nella seconda arcata, mentre al primo piano si trovava una loggia di tre archi e tre finestre in corrispondenza delle sottostanti aperture. Una scala a chiocciola, tuttora esistente, conduceva ad una loggia pensile con galleria centrale ed altre due logge isolate. Aggiunte recenti sono rappresentate dal lungo corpo ad un piano che si innesta ad angolo retto sulla parte antica ed il pronao su due pilastri antistante la porta d’ingresso.
Grande rilevanza aveva il cosiddetto “giardino de’ Farnesi“: un viale di cipressi conduceva al piazzale antistante la facciata nord (quella principale), davanti alla quale si estendeva il grande giardino all’italiana (nella foto 1 l’ingresso della villa dinanzi a porta S.Pancrazio). La villa rimase in proprietà dei Farnesi di Parma fino al 1731, quando passò ai Borbone di Napoli; nel 1775 passò al conte di Giraud. Nella prima metà del XIX secolo divenne proprietà del marchese Muti Papazzurri Savorelli con il nome di “Villa Savorelli”, che la fece restaurare da Virgilio Vespignani, autore anche dell’adiacente porta S.Pancrazio. Per la sua posizione dominante, che consentiva un’ampia visione dei campi di battaglia, Villa Savorelli fu adibita a quartier generale di Garibaldi nel 1849 e per questo motivo fu gravemente danneggiata dai bombardamenti francesi che distrussero totalmente il casino di Paolo III, dopichè Garibaldi spostò il suo quartier generale a Villa Spada. L’edificio fu ricostruito nel 1856 ed alla fine dell’Ottocento divenne proprietà di Clara Jessup di Filadelfia, moglie del maggiore inglese Heylard, che vi fece eseguire interventi di ristrutturazione nel 1908, cambiandole il nome in Villa Aurelia. Alla sua morte fu lasciata in eredità all’Accademia Americana. Nel frattempo uno dei fondatori dell’Accademia, J.P.Morgan, aveva acquistato un vasto terreno a sud di porta S.Pancrazio, dove nel 1912 venne costruita la nuova sede dell’Accademia.
L’edificio (nella foto 2), situato in Via Angelo Masina 5, è ispirato a linee architettoniche neorinascimentali con loggia a tre arcate sul prospetto principale e corpi laterali aggettanti e più bassi; tra queste ali ed il monumentale cancello d’ingresso si trova un piccolo giardino con una fontana al centro. Dopo l’ingresso si apre un porticato imponente su un cortile interno sistemato a giardino con vialetti alla veneziana. In occasione della costruzione, al di sotto dell’attuale edificio fu rinvenuto un lungo tratto, in opera mista, dell’Acquedotto Traiano, lo stesso che, dopo le opportune opere di rifacimento di Paolo V, alimenta la vicina Fontana Paola.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Villa Aurelia di G.Vasi