L’Oratorio del Ss.Crocifisso (nella foto sopra), situato in piazza dell’Oratorio, rappresenta senza dubbio un’eccezionale testimonianza dell’ambiente culturale ed artistico del Cinquecento romano. Costruito da Giacomo Della Porta per volontà di Ranuccio Farnese nel 1562, e destinato ad accogliere le riunioni della Confraternita del Ss.Crocifisso, fu terminato dal cardinale Alessandro Farnese nel 1568, come ricorda anche la grande epigrafe scolpita sulla facciata: “SANCTISSIMI CRUCIFIXI AMPLISSIMA SODALITAS ALEXANDRO ET RAYNUTIO FARNESIIS S.R.E. EPISCOPIS CARDINALIBUS PATRONIS ADIUVANTIBUS ORATORIUM HOC EXTRUXIT ORNAVII MDLXVIII“; sopra la lapide svetta il grande stemma farnesiano. La storia dell’Oratorio e della Confraternita iniziò nel 1519, quando la vicina chiesa di S.Marcello venne distrutta da un incendio, dal quale si salvò soltanto un crocifisso ligneo del Quattrocento. Il popolo vide l’evento come un fatto miracoloso e rese il Crocifisso oggetto di grande venerazione, tanto che nel 1522, nel corso di un’epidemia di peste, lo portò in processione fino a S.Pietro. Inutile dire che la pestilenza cessò ed in conseguenza di ciò fu deciso di fondare una Confraternita del Crocifisso, approvata nel 1526 da papa Clemente VII, dedita all’assistenza ed alla carità verso i poveri ed i pellegrini. La prima sede della nuova istituzione fu proprio all’interno della chiesa di S.Marcello, dove tuttora è conservato il Crocifisso. La sede si rivelò presto insufficiente e così fu stabilito di costruirne una nuova nelle immediate vicinanze: il progetto fu affidato all’architetto Giacomo Della Porta, che lo realizzò nel 1568 nella sede attuale. L’Oratorio del Ss.Crocifisso divenne ben presto un importante centro di elaborazione di musica sacra: qui nacque l’oratorio latino, caratterizzato da un ricco accompagnamento strumentale. L’elegante facciata, a due ordini, presenta una struttura movimentata: nell’ordine inferiore, spartito da lesene doriche, si apre un portale preceduto da una breve scalinata e sormontato da un timpano triangolare; ai lati due profonde nicchie inquadrate da cornici con timpani curvilinei. Un marcapiano divide il primo ordine dal secondo, al centro del quale è situata la lapide sopracitata; un timpano triangolare, contenente un angioletto alato, conclude la facciata. L’interno, ad aula unica, è completamente affrescato con “Storie della Croce” lungo le pareti e “Storie della Confraternita” sulla controfacciata; il complesso programma iconografico, elaborato da Tommaso de’ Cavalieri, scultore e letterato, nonché amico di Michelangelo, e dal pittore Girolamo Muziano venne realizzato, tra il 1578 e l’ultimo decennio del Cinquecento, da alcuni tra gli artisti più rappresentativi del tardo-manierismo romano: Giovanni de’ Vecchi, Cesare Nebbia, Niccolò Circignani, Baldassarre Croce, Cristoforo Roncalli. Sull’altare maggiore è collocata una copia del Crocifisso. Celebre la Processione del Crocifisso organizzata dalla Confraternita che si svolgeva la sera del giovedì santo ed andava dall’Oratorio fino a S.Pietro: la processione, ripercorrendo lo stesso tragitto avvenuto in occasione del miracolo che scacciò via la peste da Roma, non soltanto rammentava così l’evento, ma voleva essere di auspicio affinché ogni sorta di male e negatività fosse cacciata dalla città. Famoso, nei ricordi popolari, l’evento che accompagnò la Processione del Crocifisso del 1650 in occasione del XIV Giubileo: lungo il percorso alcuni cavalli si imbizzarrirono, terrorizzando i partecipanti, e così cinque cardinali, l’ambasciatore di Spagna, gli oltre 100 flagellanti, i musicisti del coro e coloro che procedevano con i lumi accesi fuggirono a gambe levate, accompagnati dalle risa del popolo che assisteva alla scena.