Via della Panetteria collega Via del Tritone a Via dello Scalone (ovvero la scalinata che conduce al sottostante Vicolo Scanderbeg) e prende il nome dalla Panetteria Apostolica, il forno situato nel cortile del Palazzo della Panetteria che provvedeva il pane alla Famiglia Pontificia (il gruppo di ecclesiastici e laici che curavano il servizio diretto al Papa) abitante nel Palazzo del Quirinale: eccezionalmente da questo forno veniva distribuito il pane anche ai poveri in tempo di carestia. Il monumentale portale (nella foto sopra) che fa da sfondo a Via della Panetteria e che dava accesso al cortile della Panetteria Apostolica oggi è chiuso: da questo portone, la notte fra il 5 ed il 6 luglio 1809, entrarono i francesi per arrestare Pio VII.
Al civico 15 di Via della Panetteria è situato Palazzo Antamoro (nella foto 1), costruito verso la metà del Seicento per Paolo Strada, Cameriere segreto del Cardinale Giulio Rospigliosi (futuro Papa Clemente IX), che lo aiutò finanziariamente. Nel Settecento l’edificio passò alla nobile famiglia degli Antamoro, che nell’Ottocento ampliarono la costruzione che raggiunse i tre piani con una bella altana sopra il cornicione. La facciata, scandita da lesene, presenta una base bugnata sulla quale si apre il portale tra varie porte di bottega, sormontato dalle finestrelle dell’ammezzato in funzione di primo piano, senza cornice. Le finestre del secondo piano sono architravate con timpano triangolare e quelle del terzo presentano fregi e decorazioni.
Nel cortile di Palazzo Antamoro è situata una caratteristica fontana (nella foto 2), menzionata in un documento notarile del 13 ottobre 1667 firmato personalmente da Clemente IX Rospigliosi nel quale il Pontefice rivela che, per ricompensare il suo Scalco Segreto nonché Cameriere Paolo Strada, che lo aveva servito fedelmente per anni, gli donò “tre once dell’Acqua Felice del ritorno delle fontane del nostro Giardino di Monte Cavallo per se, suoi heredi et successori..“. Un regalo che ai giorni nostri ci può far sorridere, ma a quell’epoca avere l’acqua in casa era veramente un privilegio di pochi. Paolo Strada, per ringraziare a sua volta il Pontefice, decise di far costruire da Gian Lorenzo Bernini una fontana nel cortile del suo palazzo, con lo stemma del papa in bella mostra. La fontana è collocata all’interno di un’arcata costituita da una serie di pietre, ad imitazione di un antico ninfeo. Al centro dell’arco troneggia una grande conchiglia a valve aperte, sorretta dalle code intrecciate dei due delfini sottostanti. Ai lati della conchiglia sporgono in avanti due tritoni che con la mano sinistra si appoggiano ad uno stemma mentre con la mano destra impugnano due buccine. In origine, quando il monumento venne realizzato, l’acqua veniva soffiata dai tritoni nella valva, da dove poi traboccava per andare a raccogliersi nell’ampia vasca inferiore. L’opera fu terminata dopo due anni, giusto in tempo per accogliere altre due once d’acqua donate da Clemente IX il 27 luglio 1669. Il palazzo venne acquistato nel Settecento dal Cardinale Antamoro e con questo nome è conosciuto oggi: c’è da segnalare che lo stemma che oggi orna la fontana non è più quello originale di Papa Rospigliosi ma è lo stemma dei Conti Antamoro, i quali lo sostituirono immediatamente dopo l’acquisto del palazzo.
All’angolo di Via della Panetteria con Via dei Maroniti è collocata la Madonna della Croce (nella foto 3), una tela ovale inserita in una cornice ornata con nastri e motivi floreali. La Vergine è raffigurata accanto al Bambino benedicente che regge con una mano, mentre con l’altra sorregge una croce. La Madonnella è sormontata da un baldacchino di lamiera, tipico del Settecento, mentre sotto è posta una mensola con foglie d’acanto che sorregge un lumino a forma di conchiglia.